Demetra, il tribunale rigetta l’interdizione chiesta dal pm

di PA.CI.
Il gip Giulia Costantino ha sciolto la riserva nelle scorse ore
Il gip Giulia Costantino ha sciolto la riserva nelle scorse ore
Il gip Giulia Costantino ha sciolto la riserva nelle scorse ore
Il gip Giulia Costantino ha sciolto la riserva nelle scorse ore

Per il gip Giulia Costantino:«Non ricorrono i presupposti per applicare la misura cautelare, non ravvisandosi allo stato attuale alcun pericolo di reiterazione del reato». Questo uno dei motivi che ha portato il giudice a rigettare la richiesta di interdizione avanzata dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani nei confronti della Demetra srl, la società della Franciacorta attiva nel settore della somministrazione di manodopera da avviare al lavoro nei campi e finita nei mesi scorsi al centro di una inchiesta sul caporalato condotta dalla procura di Brescia. Nei mesi scorsi ai domiciliari erano finiti Cristian Zaninelli e Cristiano Gallizioli, rispettivamente di legale rappresentante e co-gestore della società, accusati di concorso in intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. SECONDO l’accusa avrebbero fornito ai lavoratori, stranieri e in gran parte richiedenti asilo, impegnati in Franciacorta nella vendemmia 2018 fittizi contratti di assunzione. ai lavoratori andavano, secondo gli inquirenti, solo 5 euro all’ora in nero. I due si erano dimessi dalla loro carica subito dopo essere finiti ai domiciliari lo scorso febbraio. Per il gip l’uscita di scena dei due amministratori farebbe venire meno l’evidenza della misura dell’interdizione nei confronti dell’azienda difesa in aula dall’avvocato Paolo Grasso. «LA SOCIETÀ risulta essere in fase di liquidazione, priva di dipendenti e totalmente inattiva fatta eccezione per le attività di chiusura dei rapporti debitori in corso - scrive il gip nelle 16 pagine con cui rigetta l’applicazione della misura cautelare dell’interdizione dall'esercizio dell’attività - L’attuale rappresentanza spetta al liquidatore (il dottor Enrico Pernigotto) che si ritiene possa garantire l’operatività entro i confini della legalità. Non si ravvisa alcun concreto rischio di reiterazione del reato tenuto conto del radicale mutamento delle condizioni di fatto della stessa rispetto al momento della commissione dei reati». •

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