Un sub nella rete
«killer». Tragedia
sfiorata nel lago

di Alessandro Romele
I sommozzatori del North Central Divers sono stati  mobilitati per la bonifica di sabato 
Negli ultimi 15  mesi la Polizia provinciale ha distrutto 18 reti-killer
I sommozzatori del North Central Divers sono stati mobilitati per la bonifica di sabato Negli ultimi 15 mesi la Polizia provinciale ha distrutto 18 reti-killer
I sommozzatori del North Central Divers sono stati  mobilitati per la bonifica di sabato 
Negli ultimi 15  mesi la Polizia provinciale ha distrutto 18 reti-killer
I sommozzatori del North Central Divers sono stati mobilitati per la bonifica di sabato Negli ultimi 15 mesi la Polizia provinciale ha distrutto 18 reti-killer

Ancora una volta si è sfiorata la tragedia nelle acque del Sebino. Un sub impegnato domenica mattina in un’immersione al largo delle coste di Vello di Marone è rimasto impigliato nelle maglie di una rete da pesca abusiva. Solo grazie alla sua esperienza e a una buona dose di sangue freddo è riuscito a liberarsi dalla trappola mortale. Una volta tornato in superficie ha subito segnalato la presenza della rete dei pescatori di frodo alle autorità. SCATTATO L’ALLARME si è mobilitata la Polizia provinciale e i sommozzatori del gruppo North Central Divers, coordinati dalla Guardia Costiera ausiliaria del Sebino. La rete-killer è posizionata a 70 metri dalla riva, ad una profondità di circa 50 metri. La lunghezza deve essere ancora stabilita, ma stando alle prime stime sarebbe tra le più lunghe delle 18 sequestrate negli ultimi 15 mesi dalla Polizia provinciale. «La trappola dei pescatori di frodo è stata scoperta da un sommozzatore durante un’immersione – conferma Diego Nolli, della Guardia Costiera ausiliaria –. Ancora una volta un sub ha rischiato grosso. Grazie alla sua testimonianza, possiamo dire che si tratta di una rete semi nuova, posizionata probabilmente da poco tempo. Il problema è che “lavora” ancora e diversi pesci sono stati catturati - spiega Diego Nolli -. Rappresenta, come le altre recuperate negli ultimi mesi, un pericolo, sia per la fauna ittica che per i natanti, ma soprattutto per i sommozzatori che si immergono nel lago». Giovedì sera, i sub del gruppo orobico effettueranno un’ispezione per misurare la rete e posizionare boe segnaletiche. Per fronteggiare il fenomeno delle reti killer nel 2016 è stato varato il progetto «Ghost Fishing». L’INIZIATIVA ha un respiro internazionale, e si occupa di conservazione degli ambienti acquatici. «Il problema – si legge sul sito della North Central Divers - sono gli effetti degli attrezzi da pesca quando sono stati persi o abbandonati. Reti, lenze, nasse o qualsiasi aggeggio artificiale progettato per la cattura di pesci che viene perso viene considerato come ghostfishing o "pesca fantasma" proprio perché questi attrezzi, reti comprese, una volta sfruttati vengono abbandonati continuando a decimare la fauna ittica e a mettere a repentaglio la sicurezza dei sub». QUELLA DI MARONE sarà la 19esima rete killer recuperate dall’autunno del 2019: le più pericolose sono state neutralizzate a Sale Marasino e a Tavernola Bergamasca. Le operazioni di ripescaggio della fitta maglia utilizzata come strumento di cattura dai pescatori di frodo scatterà sabato pomeriggio. Fino a quel momento la zona verrà segnalata con delle boe. Una volta riportata a galla, gli agenti della Polizia provinciale provvederanno ad identificare la rete attraverso il numero di serie (sempre ammesso non sia stato rimosso), e a portarla al macero. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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