Cinque denunce per il raid C’erano anche i coltelli

I segni  lasciati dai teppisti nell’area di sosta per i camper
I segni lasciati dai teppisti nell’area di sosta per i camper
I segni  lasciati dai teppisti nell’area di sosta per i camper
I segni lasciati dai teppisti nell’area di sosta per i camper

Spuntano anche un coltello e un machete nelle nuove immagini (quelle a circuito chiuso del locale) acquisite dai carabinieri per far luce sulla vicenda che ha scosso Darfo. Erano le 22,30 di sabato quando alcuni ragazzi si scagliano contro la vetrina del kebab di via Manifattura, a Boario. Tirano sedie e tavoli del dehor, e in generale tutto ciò che trovano a portata di mano, sassi compresi che infrangono i vetri. Qualcuno filma, il video fa il giro dei gruppi whatsapp e i carabinieri ne fanno tesoro per identificare (hanno tutti il volto scoperto) gli autori. Sono cinque i denunciati, tre minorenni tra i 15 e i 16 anni e due neo maggiorenni; quattro sono residenti a Darfo uno a Costa Volpino. Il reato contestato è quello di danneggiamento in concorso. Una serata di follia di cui dovranno rendere conto su cui indagano le forze dell’ordine: il caso più eclatante da quando, post lockdown, il centro di Boario si è trovato ad accogliere centinaia di ragazzini che fanno rumore, bevono (sembra anche super alcolici distribuiti a pochi euro) e fanno danni. Un problema noto tra chi vive in città e segnalato però soprattutto sui social, ma noto anche alle forze di polizia, che hanno intensificato i controlli. Se la minoranza chiede un tavolo per la sicurezza, il sindaco Ezio Mondini che si è detto «disgustato dalle immagini che ho visto» spiega che da tempo sta lavorando per creare una rete che avvicini i giovani. Andare alla fonte del problema per estirparlo è il suo obiettivo, anche se ora pare più urgente mettere un freno alle notti di follia. Già per il prossimo fine settimana i carabinieri hanno annunciato controlli con più pattuglie: servirà da deterrente «ma non voglio - dice ancora il sindaco - spostare il problema da Darfo a un altro paese, sarebbe anche peggio».•. C.Ven.

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