Dalle terme all’housing sociale Le due facce di Ponte di Legno

di Lino Febbrari
L’ingresso della cittadina dell’alta ValcamonicaIl cantiere per la realizzazione del nuovo centro termale dalignese
L’ingresso della cittadina dell’alta ValcamonicaIl cantiere per la realizzazione del nuovo centro termale dalignese
L’ingresso della cittadina dell’alta ValcamonicaIl cantiere per la realizzazione del nuovo centro termale dalignese
L’ingresso della cittadina dell’alta ValcamonicaIl cantiere per la realizzazione del nuovo centro termale dalignese

La scorsa settimana si è vissuto un evento speciale a Breno: i sindaci della Valcamonica che guidano Comuni confinanti col Trentino, e quelli dei borghi contigui ai primi, si sono ritrovati nella sede della Comunità montana e, insieme agli assessori regionali alla partita, hanno deliberato il piano di investimenti di rilevanza comprensoriale e il conseguente riparto degli ex fondi Odi (oggi fondi per i Comuni di confine) per le annualità che vanno dal 2019 al 2026. Al contrario della precedente suddivisione, che aveva visto i principali beneficiari del provvedimento lasciare poco più delle briciole ai paesi non direttamente confinanti con Trento, in questa occasione gli amministratori locali hanno deciso all’unanimità di destinare 11,5 milioni (dei 31 complessivamente in ballo) a progetti strategici di valenza comprensoriale, mentre il resto, circa 20 milioni, se li spartiranno gli enti locali aventi diritto. In prima fila c’è anche la Giunta comunale di Ponte di Legno, che ha stabilito che i finanziamenti verranno dirottati su due importanti progetti: il costruendo centro termale e l’edificazione di appartamenti da affittare a canoni contenuti. «Finanzieremo ancora con poco più di 2 milioni il cantiere delle terme - spiega il sindaco Ivan Faustinelli - perché negli ultimi mesi i costi dei materiali hanno registrato un’impennata significativa e, quindi, il preventivo di 24,7 milioni è destinato a schizzare in alto di parecchio, ma daremo anche corpo alla nostra idea di housing sociale con la realizzazione di una settantina di unità immobiliari, che cederemo in locazione a costi agevolati (si ipotizza una cifra vicina o di poco superiore ai 200 euro mensili) a giovani del paese o a persone che decideranno di trasferirsi nella nostra cittadina. Inoltre - precisa Faustinelli -, con questo progetto puntiamo anche a dare una mano a famiglie in difficoltà nel pagare un affitto troppo elevato». Secondo il primo cittadino, la condizione fondamentale per non spopolare ulteriormente il capoluogo e le frazioni della stazione turistica e aumentare al contrario il numero degli abitanti è avere disponibili sul mercato alloggi a prezzi calmierati. Il piano messo a punto dalla municipalità, e che in parte si concretizzerà proprio con gli ex fondi Odi (la prima stima fatta dice che serviranno tra i 6 e i 7 milioni e per raggiungerli, il Comune punta pure ai bandi del Pnrr), prevede appunto la concessione in affitto dei nuovi locali a quanti si trasferiranno per lavoro (o altro) in alta valle. «È inutile tener nascosto un fatto noto a tutti - aggiunge Faustinelli -: a Ponte le locazioni sono troppo care. Un lavoratore con una busta paga normale non si può certo permettere di vivere qui. I proprietari e le immobiliari rendono disponibili sul mercato i loro appartamenti principalmente per affitti settimanali o stagionali. Oltre a ciò va tenuto conto che nei prossimi anni, tra futuri dipendenti delle terme, delle nuove seggiovie e degli alberghi in procinto di essere costruiti, sicuramente ci sarà un incremento della richiesta. Dopo aver valutato la situazione abbiamo messo mano al piano di housing sociale: un traguardo che si avvicina grazie ai Fondi per i Comuni di confine».•.

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