Gianico ricorda l’inferno sulla terra degli internati

La scultura dedicata agli internati
La scultura dedicata agli internati
La scultura dedicata agli internati
La scultura dedicata agli internati

La vulgata popolare lo ha denominato viale del tramonto o delle rimembranze. Una ventina di metri tra filari di 22 piante di tiglio che commemorano i caduti del paese nel corso della prima e della seconda guerra mondiale ed una lapide a ricordo di combattenti e reduci posizionata nel 2003. Stiamo parlando del viale del cimitero di Gianico, che presto si arricchirà di una nuova testimonianza della memoria, stavolta riservata agli ex internati. L’Anei, Associazione Nazionale ex Internati, di concerto con il Comune ha deciso di allestire un’opera che celebrasse anche coloro che sono stati detenuti nei campi di concentramento. Alla base un masso in granito con la targhetta sulla quale risalta questa scritta: «A memoria degli internati militari italiani che, deportati nei campi nazisti di internamento, resistendo fino alla morte testimoniarono che l’Italia era viva». Saldata sopra l’opera in acciaio che raffigura alcune mani imprigionate dal filo spinato, che liberano al cielo la colomba della libertà. Il progetto ha preso il via nel 2019, grazie all’allora presidente Carlo Elio Simonicini. «Abbiamo voluto portarlo a termine per ricordare il nostro caro Elio e finalmente possiamo offrire alla cittadinanza uno spunto di riflessione - spiega l’attuale presidente Anei Fabio Branchi- per ricordare i tanti soldati camuni che hanno dovuto subire la tremenda prigionia nei lager nazisti e che a costo della vita, rifiutando l’adesione ai regimi totalitari, hanno contribuito alla nascita di una nazione libera». A Gianico vive ancora un ex internato, Giuseppe Zanardini, 97 anni, che in una memoria ricorda: «Avevo 18 anni. Mi hanno catturato i tedeschi, mandato in Austria nei campi di lavoro sorvegliati dalle guardie; ho lavorato ai forni, poi alle miniere di alluminio. Il vero problema era la fame, la grande fame. Prendevamo le rape delle mucche, le facevamo a fette e le stendevamo sulla stufa. Si rischiava la pelle per una patata». In occasione dell’inaugurazione del monumento, prevista per il 29 gennaio pandemia permettendo, nei locali della biblioteca sarà allestita una mostra multimediale sul percorso storico degli ex internati militari italiani, dal titolo «Resistenza in grigioverde».•. D.Ben.

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