Il depuratore per tre Comuni? Fuori tempo e pieno di difetti

di Lino Febbrari
Malonno  Una veduta d’insieme del cantiere  per il depuratore consortileUn’altra immagine  dei lavori portati a termine finora
Malonno Una veduta d’insieme del cantiere per il depuratore consortileUn’altra immagine dei lavori portati a termine finora
Malonno  Una veduta d’insieme del cantiere  per il depuratore consortileUn’altra immagine  dei lavori portati a termine finora
Malonno Una veduta d’insieme del cantiere per il depuratore consortileUn’altra immagine dei lavori portati a termine finora

Era stato presentato con grande rilievo dai tre sindaci nell’ottobre del 2018, quasi un ventennio dopo la prima ipotesi progettuale. Effettuata la gara d’appalto, i lavori sono iniziati l’anno successivo con la previsione di ultimarli a giugno del 2020. Poi hanno pesato prima la pandemia e successivamente l’esondazione dell’Oglio, che si è mangiato un tratto di ciclabile dove il piano prevedeva l’interramento del collettore. Mettiamoci pure una progettazione approssimativa e l’impresa esecutrice che ha proceduto al rallentatore impiegando un numero limitato di operai (problemi che hanno fatto slittare di oltre un anno e mezzo la data di fine cantiere). Il risultato è che il primo lotto funzionale del depuratore consortile di Edolo Sonico e Malonno non è ancora arrivato a conclusione. Sul calendario non è ancora stato segnato il giorno in cui l’opera verrà consegnata al committente, ovvero alla Siv, la Società idrica di Vallecamonica. «Speriamo di arrivare presto alla fine di questa sciagurata vicenda, che sicuramente è partita nel peggiore dei modi - premette il presidente Corrado Tomasi -. Già la scelta della localizzazione (un’area prativa in località Molbeno, a Malonno) è stata infelice, perché hanno pensato bene di pompare verso l’alto i liquami in un punto della valle in discesa (il dislivello tra la stazione di pompaggio e l’impianto di trattamento è significativo). Una scelta fatta un paio di decenni fa ed ereditata da noi come Siv - puntualizza Tomasi -. Il Covid, l’alluvione, ma soprattutto una progettazione iniziale che lascia il tempo che trova perché piena di difetti hanno influito pesantemente sulle opere. Da parte nostra non intendiamo assolutamente demordere e andremo avanti nonostante l’impresa abbia presentato numerose riserve». «Impresa che, lo affermo con forza, non ha rispettato i tempi contrattuali, e ha usato anche la scusa della pandemia per ritardare l’attività di cantiere, nel quale tuttora sono presenti pochi operai. Tuttavia - aggiunge l’ex consigliere regionale -, oggi riusciamo perlomeno a vedere il fabbricato di questo impianto necessario e urgente per questa fetta di territorio priva di un sistema di depurazione delle acque reflue». Si parla di una consegna a fine anno. Appurata la situazione e visto che mancano circa tre mesi l’ipotesi è realistica? «Speriamo che sia rispettata. Temo però che dovremo ingoiare un altro boccone amaro - risponde il presidente - e aspettare la prossima primavera. Comunque sia voglio rassicurare i cittadini: malgrado tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare e le lungaggini, l’opera verrà completata». A Molbeno è nato il primo lotto dell’impianto di depurazione per il quale i cittadini hanno pagato e stanno pagando bollette salate. Ma per vederlo funzionare bisognerà poi realizzare il collettamento con Edolo e Sonico: «Non compete alla Siv - osserva Tomasi -. I tre Comuni hanno ceduto la gestione del ciclo idrico ad Acque Bresciane e, quindi, anche questo depuratore e il collettore faranno capo al gestore. Come già stabilito, non appena finito il cantiere affideremo l’impianto alla società, che ovviamente ci riconoscerà tutti i costi in più che abbiamo sostenuto per concretizzarlo». L’importo stanziato più di 4 anni fa per l’intervento si aggira attorno ai 4 milioni.•.

Suggerimenti