L’arte povera da rilanciare Apre la scuola di impagliatori

Artogne rilancia l’arte dell’impagliatura naturale delle sedie
Artogne rilancia l’arte dell’impagliatura naturale delle sedie
Artogne rilancia l’arte dell’impagliatura naturale delle sedie
Artogne rilancia l’arte dell’impagliatura naturale delle sedie

In tempi di risparmio forzato imposto dall’impennata dei prezzi dedicarsi al restauro dell’esistente è una scelta vincente. Ma può essere anche una forma creativa di recupero delle tradizioni. Come quella dell’impagliare le sedie; in questo caso rivitalizzandole grazie agli «scartoss», come in dialetto camuno vengono chiamate le brattee del mais che un tempo venivano usate come lettiera per le mucche, oppure, appunto, come materiale per l’impagliatura delle sedie. Un’arte, quest’ultima, in via di estinzione, come tante altre legate al mondo contadino. C’è però ancora qualcuno che la coltiva e la vuole salvaguardare. È il caso del gruppo Antichi mestieri, che con la Pro loco di Artogne ha organizzato un corso. A fare da insegnanti saranno tre artognesi custodi dell’antica tradizione, che hanno appreso la tecnica seguendo le orme di una esperta impagliatrice di Gianico: è stata lei a trasmettere a coloro che avevano in animo di seguirne le orme la voglia di ingegnarsi con le fibre naturali più che con quelle artificiali, e con questa lavorazione manuale. Per chi lo desiderasse, l’appuntamento è fissato nell’antica dimora rappresentata da casa Andreoli, in contrada Imavilla di Artogne, per il mese di febbraio: si partirà martedì 7 alle 20,15. Un paio d’ore per ogni serata, e dopo cinque o sei «lezioni», ogni partecipante potrà uscire con nelle mani e nella mente la competenza di impagliatore secondo l’antico metodo contadino. Ecco cosa serve: ovviamente la struttura di una sedia, va bene anche se malconcia; delle forbici, un po’ di brattee e tanta voglia di immergersi nel passato. I primi rudimenti riguarderanno la creazione della trama con semplici intrecci, ma poi ci si potrà cimentare anche in ricami più complessi e suggestivi. In attesa di dare il via agli incontri, gli organizzatori fanno un appello a chi custodisse in solaio o in cantina vecchie sedie: «Tiratele fuori e fatecele avere, le utilizzeremo per le lezioni e ritroveranno così nuova vita». Per saperne di più e per prenotare un posto c’è il numero 338 1697957, risponderà Gianni, animatore del gruppo Antichi mestieri e da sempre impegnato nella riscoperta di arte e artigianato della Valcamonica. •. D.Ben.

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