La tecnologia racconta un secolo di incendi

Duecentoventicinque metri totali di ghiaccio estratti, 300 cunei di carotaggi da 70 centimetri di lunghezza ciascuno e 80 millimetri di diametro, trasportati al deposito centrale dell'EuroCold Lab dell'Università Bicocca. Un innovativo sistema di monitoraggio a sonda a calore, quattro cavi di fibra ottica per analizzare la massa di ghiaccio in orizzonte e in verticale, impatto zero sul delicato ghiacciaio. Sono i numeri della ricerca in Adamello illustrati ieri a Milano. «Quella che abbiamo raccolto attorno al progetto - afferma il presidente della Fondazione Lombardia per l'Ambiente, Matteo Fumagalli - è una squadra di partner di alto livello. Vocazione della Fondazione è il varo di studi e ricerche che consentano a istituzioni e protagonisti del territorio di elaborare orientamenti e strategie a supporto dell’attività amministrativa». «Capire come si è evoluto il clima e l'ambiente nel passato permette di fornire le basi per costruire scenari futuri. Per usare un esempio sportivo, è come il salto in lungo. Noi costruiamo la rincorsa per permettere ai modellisti di fare il salto nel futuro», ha spiegato Valter Maggi dell'Università Bicocca. La seconda fase del progetto, ribattezzata «Climada-ricostruzione Climatica e ambientale dell'area dell'Adamello e delle Alpi Centrali», dedicata ad esplorare l’evoluzione climatica degli ultimi secoli con particolare riguardo alle aree di alta montagna alpina, significa ricostruire l'impatto antropico, concentrandosi sui composti conservati nei ghiacciai, Adamello in primis. Composti che possono venire rilasciati nel sistema idrico circostante andando ad impattare sugli ecosistemi di fondo valle e sulla qualità delle acque stesse, anche in considerazione dei possibili usi civili e industriali. Significa anche andare a ricostruire l'evoluzione delle specie vegetali, indigene e aliene. Con particolare importanza per quelle a forte impatto sugli ecosistemi naturali. Come anche andare a studiare e ripercorrere la storia degli incendi avvenuti negli ultimi secoli, fortemente legati a condizioni climatiche, ma anche all'impatto delle comunità alpine sulle aree di montagna. C.Reb.

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