Muore schiacciato nei rulli del laminatoio

di Luciano Ranzanici
Le Ferriere Bellicini di Berzo Inferiore  teatro dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro
Le Ferriere Bellicini di Berzo Inferiore teatro dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro
Le Ferriere Bellicini di Berzo Inferiore  teatro dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro
Le Ferriere Bellicini di Berzo Inferiore teatro dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro

Stritolato dai rulli del laminatoio. Il destino non ha lasciato nessuna possibilità di scampo a Felice Cere, l’operaio di 58 anni che ha perso la vita ieri pomeriggio in un infortunio sul lavoro. La tragedia si è consumata poco prima delle 17 alle Ferriere Bellicini, azienda che sorge nella zona industriale di Berzo Inferiore. La dinamica dell’incidente è ancora al vaglio dei carabinieri del Nucleo Radiomobile della compagnia di Breno e dai tecnici dell’Ats della Montagna. Stando alla prima ricostruzione Felice Cere sarebbe finito nell’intercapedine tra i bracci e i rulli del laminatoio, un macchinario che preme sui semilavorati, dandogli la forma e le dimensioni desiderate. Non è ancora chiaro se la vittima sia caduta accidentalmente tra gli ingranaggi o, come pare più plausibile stesse cercando di capire l’origine del cattivo funzionamento del macchinario. Di certo la vittima ha subìto lo schiacciamento della gabbia toracica. Un trauma che non gli ha lasciato scampo. I colleghi di turno hanno subito lanciato l’allarme è sul posto, coordinate dalla centrale operativa del 112, sono confluite un’ambulanza e un’auto medicalizzata. Nel frattempo i Vigili del fuoco hanno estratto dalla morsa dei rulli il corpo dell’operaio. Ma il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. La salma è stata trasferita all’obitorio in attesa degli accertamenti medico legali. Il magistrato di turno si è riservato di disporre l’autopsia. I CARABINIERI e i tecnici dell’Ats hanno effettuato un accurato sopralluogo sull’impianto teatro della tragedia. Il laminatoio è stato posto sotto sequestro. La morte di Felice Cere ha immediatamente fatto il giro del paese con il suo carico di dolore. L’operaio era conosciuto e stimato da tutti. Il sindaco Ruggero Bontempi ricorda che «il suo carattere estroverso era specchio del suo nome, era sempre di buon umore». Felice Cere lascia la moglie Sonia Testa e la figlia Milena. Il 58enne aveva una passione per la montagna. Era proprietario di un podere con annessa casa rurale nella frazione Zuvolo dove trascorreva il suo tempo libero dedicandosi alla coltivazione di ortaggi e a lunghe passeggiate in montagna. Ironia della sorte, proprio ieri sera finito il turno di lavoro, Felice Cere sarebbe andato a Zuvolo per la festa programmata nel fine settimana. Gli organizzatori stanno valutando se sospendere la manifestazione in segno di lutto. •

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