Verso la nuova sanità 70 milioni per attuare le strutture di Comunità

di Luciano Ranzanici
La sede di Breno  dell’Asst è tra gli edifici indicati per ospitare una casa di Comunità
La sede di Breno dell’Asst è tra gli edifici indicati per ospitare una casa di Comunità
La sede di Breno  dell’Asst è tra gli edifici indicati per ospitare una casa di Comunità
La sede di Breno dell’Asst è tra gli edifici indicati per ospitare una casa di Comunità

Se sarà uno strumento efficace nel senso del miglioramento dell’assistenza sanitaria oppure una «scatola vuota» lo decideranno nel tempo i cittadini utenti considerando la validità dei servizi offerti. Intanto si parte con la realizzazione di quelle che sono state definite case o ospedali di Comunità seguendo le indicazioni del Pnnr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), anche in Valcamonica. Secondo la definizione generale, in attesa di una concretizzazione la cui efficacia sarà come detto da dimostrare, queste saranno strutture sanitarie che promuoveranno un modello d’intervento multidisciplinare, e spazi in cui progettare interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria. Passando delle enunciazioni teoriche a qualcosa di più pratico, offriranno tutti i servizi di base, e i medici di medicina generale e altre figure professionali della sanità, in particolare l’infermiere di famiglia, lavoreranno per rafforzare i servizi sociali territoriali cercando di garantire una maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale. In attesa di vedere il tutto operativo, per realizzare questa operazione l’Asst di Valcamonica si è vista assegnare per ora 70 milioni di euro, e la direzione strategica sarà chiamata a realizzare appunto le case o gli ospedali di Comunità attraverso la ristrutturazione di edifici esistenti o con la creazione di nuovi spazi. Il direttore generale dell’Azienda sociosanitaria territoriale parla degli ultimi passi avvenuti nei giorni scorsi: «Con una delibera di giunta la Regione ha identificato e definito ufficialmente gli edifici già esistenti del Servizio sociosanitario regionale ritenuti idonei per svolgere la funzione di casa o di ospedale della Comunità, e sul territorio della Valcamonica saranno cinque gli edifici di proprietà sui quali si effettueranno interventi: nell’elenco ci sono la sede dei poliambulatori di Ponte di Legno, nella quale si avvierà la casa della Comunità, l’ospedale di Edolo che accoglierà entrambe le nuove destinazioni, la sede dell’Asst a Breno che ospiterà una casa, così come quella di Darfo, mentre nel nosocomio di Esine funzionerà l’ospedale di Comunità». I prossimi passi? Il cronoprogramma prevede che entro il primo dicembre l’Ats Montagna faccia arrivare alla direzione generale Welfare della Regione Lombardia i progetti di fattibilità, che saranno approvati entro la fine dell’anno. Sempre entro la data del prossimo 31 dicembre sul territorio della Valcamonica verranno gradualmente attivate almeno due case e un ospedale di Comunità, e ancora prima della fine dell’anno il cronoprogramma prevede che dovranno essere identificati gli interventi su edifici dei quali sono proprietari gli enti locali e che saranno ritenuti idonei per svolgere entrambe le funzioni. Le opzioni possibili oltre a quelle già citate? Per ora c’è una sede possibile sul territorio di Pisogne e successivamente saranno verificate altre necessità per consentire di raggiungere lo standard richiesto dal Pirellone, che per le zone di montagna prevede il funzionamento di uno di questi spazi di servizio pubblico ogni venticinquemila abitanti.•.

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