Zootecnia e biodiversità vanno a braccetto

di Lino Febbrari
Malghe e bovini al pascolo. Oggi verrà presentato un progetto di studio pilota su zootecnia e biodiversità
Malghe e bovini al pascolo. Oggi verrà presentato un progetto di studio pilota su zootecnia e biodiversità
Malghe e bovini al pascolo. Oggi verrà presentato un progetto di studio pilota su zootecnia e biodiversità
Malghe e bovini al pascolo. Oggi verrà presentato un progetto di studio pilota su zootecnia e biodiversità

Con il seminario conclusivo fissato per questa mattina dalle 9,30 a Edolo, nell’aula Cevedale dell’Università della montagna, arriverà in porto «SOSalp», il progetto pilota del Parco dell’Adamello al quale ha contribuito economicamente la Regione che, nonostante la pandemia, nel biennio 2020-2021 ha permesso a un gruppo di ricercatori di approfondire le abitudini alimentari degli animali al pascolo in tre malghe prossime al passo di Crocedomini e collocate in siti Rete Natura 2000 dell’area protetta camuna. L’iniziativa ha coinvolto due dipartimenti dell’Università degli Studi di Milano e dell’Insubria, e ha consentito al pool di esperti di incontrare il mondo dell’allevamento alpino e di lavorare a stretto contatto con malgari e imprenditori agricoli. Gli alpeggi che hanno collaborato con i due atenei sono la malga Blumone di sotto, la Cadino Dossi-Camprasso e la Gavero: tutte nel territorio di Breno e in aree con la più alta varietà di specie erbacee e fiori di tutta la Lombardia e dell’intero arco alpino, e perciò fulcro del sistema di conservazione della biodiversità della Rete Natura 2000, istituita dall’Unione europea per garantire la tutela degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciate. Nei mesi estivi gli studiosi sono riusciti ad approfondire la conoscenza di quali specie erbacee cercano e mangiano preferibilmente le mucche e di come le stesse si muovono nei pascoli: i dati raccolti consentiranno non solo di affinare la dieta degli animali, ma, soprattutto, di preservare queste praterie alpine così ricche di biodiversità. Inoltre, il progetto permetterà di stilare, in accordo con gli allevatori, un protocollo di buone pratiche da incentivare e possibilmente replicare in altri territori con le stesse specificità. Un lavoro importante per l’ambiente e per gli operatori della montagna quello svolto dagli specialisti delle due università, che, tra l’altro, ha visto l’uso di un sofisticato sistema Gps satellitare per monitorare (anche in tempo reale) gli spostamenti e i luoghi in cui si trovavano le bovine. Stamane, si diceva, si tireranno le somme del progetto e saranno anche presentati i risultati di un progetto simile attuato nella vicina Svizzera, con la possibilità di un confronto tra i due territori e di individuare linee guida comuni. A coordinare l’incontro e i contributi dei relatori (alcuni in presenza, altri da remoto) sarà il responsabile del servizio Parco Adamello, Guido Calvi. Dopo i saluti istituzionali di Anna Giorgi (Unimont) e Alessandro Bonomelli (Comunità montana), interverranno Bruno Cerabolini (dell’Università dell’Insubria) su «Caratterizzazione e cartografia dei pascoli e degli habitat»; Alberto Tamburini (Unimi) su «Realizzazione zootecnica e caratterizzazione foraggera dei pascoli»; Ernesto Beretta (Unimi) sul «Monitoraggio degli animali al pascolo» e Michele Delle Fratte (Insubria) sulle «Buone pratiche». La parola passerà poi a Pier Francesco Alberto (Agridea Svizzera) che illustrerà la «Valorizzazione di prati e pascoli a Sud delle Alpi».•.

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