«Sanità, il presidio è svuotato»

Nozza  L’intervento di Alfredo Bonomi davanti al presidio sociosanitario
Nozza L’intervento di Alfredo Bonomi davanti al presidio sociosanitario
Nozza  L’intervento di Alfredo Bonomi davanti al presidio sociosanitario
Nozza L’intervento di Alfredo Bonomi davanti al presidio sociosanitario

In questo anno e mezzo di pandemia i problemi «storici», strutturali della sanità pubblica sono passati quasi sempre in secondo piano. Anche in Valsabbia, dove sabato il movimento de Le Sardine ha dato vita a una manifestazione di protesta a Nozza di Vestone, davanti al presidio sociosanitario, per ricordare la distruzione dei servizi territoriali. C’era un buon gruppo di persone e, assenti purtroppo i giovani, l’evento è stato aperto da Ubaldo Vallini: «Ormai nel presidio sociosanitario di Nozza non ci sono quasi più servizi di tipo sanitario. Gli ultimi a sparire sono stati quelli di Radiologia e Cardiologia. Già qualche anno fa l’attacco per smantellare la struttura era fallito grazie all’unità dei sindaci. Ma ora a Nozza ci sono solo dentista, fisiatra e dermatologo, mentre oculista, ginecologi (ce n’erano 2) e otorinolaringoiatra se ne sono già andati. E mancano chirurgo e ortopedico, servizi di base». «In questa pandemia, nonostante qualche politico e amministratore abbia ammesso che in Lombardia qualcosa non ha funzionato, lo smantellamento di una sanità territoriale per anni presa a modello è continuato. Anche molte morti potevano essere evitate. E stavolta anche chi amministra è stato in silenzio mentre la gente moriva - ha aggiunto -. Nel frattempo, dove c’è un buco qualcuno lo riempie. Succede con la sanità privata, mentre quella pubblica, nell’illusione che privato significhi efficienza e bassi costi per la comunità, finirà per dividere i cittadini in chi può e chi non può permettersi certi servizi». A Noza c’era anche il Coordinamento Garda sanità pubblica, che vuole Garda, Valsabbia e Valtenesi in una sanità pubblica adeguata: «I nostri territori vengono depotenziati nei loro servizi sanitari. Se le visite nel privato convenzionato richiedono da 2 a 6 mesi d’attesa, quelle a pagamento si ottengono subito. Per fermare questo meccanismo serve il coraggio della politica, non parole vuote». Infine il contributo di Alfredo Bonomi, tra quelli che molti anni fa lottarono per far nascere il presidio nozzese: «Questa struttura oggi è svuotata, è solo archeologia. Ma non si può continuare così. Io stesso, in questi mesi a lungo ammalato, se sono vivo non lo devo di certo al Servizio sanitario. Lo devo a una rete amicale senza la quale probabilmente oggi non sarei qui. Cosa serve? Cambiare il pensiero sociale. Bisogna smetterla d’agire solo in funzione del profitto. Il servizio sanitario ha il compito di curare le persone».•. M.Pas.

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