Alla Cascina Feniletto il cordoglio di un paese

di Valerio Morabito
L’auto di Giuseppe Facchetti carbonizzata dopo l’incidente
L’auto di Giuseppe Facchetti carbonizzata dopo l’incidente
L’auto di Giuseppe Facchetti carbonizzata dopo l’incidente
L’auto di Giuseppe Facchetti carbonizzata dopo l’incidente

Giuseppe Facchetti stava tornando da una cena di lavoro nel Bergamasco, quando a pochi chilometri di distanza da Montirone, nella notte tra martedì e mercoledì, è stato coinvolto in un terribile incidente accaduto sulla Sp19, nel territorio di Flero, che gli è costato la vita.

In paese i ricordi della vittima sono però pochi; solo nei negozi della centrale piazza Manzoni qualche commerciante rammenta la madre Mirella «che ha guidato per diverso tempo la Lancia Y10», la vettura sulla quale purtroppo viaggiava quella maledetta notte il figlio, quando il veicolo ha preso fuoco dopo un incidente, carbonizzando il povero Facchetti. E un conoscente appena uscito da un bar osserva che forse «se avesse guidato la sua Mercedes non avrebbe perso la vita». C'è comunque dolore nella cittadina per la morte del 58enne, anche se non lo si vedeva da tempo. «Non era un gran frequentatore dei locali ed in generale non amava la vita mondana. Il suo primo pensiero è sempre stato il lavoro», ha aggiunto l’amico.

NON È UN CASO, dunque, che in molti abbiano fatto fatica a ricordarlo anche nelle foto pubblicate sui quotidiani. Ricordi sbiaditi, di anni ormai andati, hanno attraversato i pensieri di molte persone residenti a Montirone.

Del resto, come già scritto ieri, ormai da diverso tempo Giuseppe Facchetti non aveva più la residenza nel paese della Bassa, l'aveva spostata a Rovigo per motivi di lavoro anche se a Montirone veniva di frequente a trovare gli anziani genitori. Nel frattempo non è stato ancora concesso il nullaosta dal magistrato per la restituzione della salma ai familiari. Per la data dei funerali bisogna quindi attendere. Prosegue intanto la «processione» silenziosa di parenti ed amici nella cascina Feniletto, alle porte di Montirone, per cercare di consolare gli anziani genitori Mirella e Mario.

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