Appalti: chieste
6 condanne, pena
di 5 anni per Gelmi

di Mario Pari
L’arresto dell’ex sindaco
L’arresto dell’ex sindaco
L’arresto dell’ex sindaco
L’arresto dell’ex sindaco

Sette processi con rito abbreviato e sei patteggiamenti. Questo l’epilogo dell’udienza preliminare che si è tenuta ieri al Palagiustizia sulle presunte illegalità commesse a Malonno in materia di turbativa d’asta. Per conoscere la decisione del gup Lorenzo Benini bisognerà attendere il 18 dicembre prossimo.

NEL PROCESSO con rito abbreviato la pena più alta, cinque anni, è stata chiesta per l’ex sindaco Stefano Gelmi. Per lui e per altri due imputati, l’accusa ha chiesto le pene più alte perché devono rispondere anche di corruzione. La pena più bassa, chiesta per quanti hanno affrontato il processo con rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena, è di un anno e quattro mesi. Ci sono poi i sei imputati che hanno chiesto di patteggiare: in questo caso le pene richieste vanno da otto mesi a due anni e otto mesi. Non ci sono, per loro, accuse diverse da quelle di turbativa d’asta. A questi 13 imputati ne vanno aggiunti altri tre che stanno celebrando il processo, disposto con giudizio immediato, in dibattimento. La vicenda è esplosa, di fatto, circa un anno fa, quando l’allora sindaco di Malonno rassegnò le dimissioni. Lo scorso febbraio l’ormai ex primo cittadino fu arrestato, rispose a tutte le domande del gip Cesare Bonamartini e ottenne una misura più blanda, gli arresti domiciliari. L’inchiesta ha toccato anche la Centrale unica di Committenza. Nel procedimento figurano tre gare per opere pubbliche del valore complessivo di un milione di euro destinati alla costruzione di nuovi marciapiedi, posa di illuminazione pubblica e lavori alla biblioteca.

QUELLO che le indagini avrebbero evidenziato è un sistema di cordate nelle procedure d’appalto finite sotto la lente degli inquirenti. Nei confronti del primo cittadino dimissionario si era abbattuta in modo particolare l’ordinanza del giudice Bonamartini in cui era scritto che «tra i diversi indagati si staglia la figura di Gelmi Stefano, il quale risulta regista delle diverse operazioni collusive con gli aggiudicatari dei lavori pubblici e manifesta nella gestione della res pubblica una disinvoltura che trasmoda nel totale disprezzo per le garanzie di imparzialità imposte dalla legge». Una ricostruzione che per il pm non si è incrinata dal momento che la pena più alta ieri è stata chiesta per Gelmi. Dalle intercettazioni è anche emerso che l’ex sindaco non ha avuto alcun beneficio economico dalle presunte illegalità. A questo punto la data più attesa è quella del 18 dicembre, quando il giudice renderà note le proprie decisioni sugli abbreviati e sulle richieste di patteggiamento. Una parziale chiusura, dunque, per una vicenda che ha scosso la valle, ma che non è rimasta l’unica nell’anno che ha seguito i primi passi degli inquirenti chiamati a far luce sugli appalti a Malonno.

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