la tragedia

L'appello della madre di Pancaldi: «Cerco chi era con mio figlio nei suoi ultimi istanti di vita»

di Eleonora Cusano
Il 30enne è morto l'11 agosto lungo le Coste di Sant'Eusebio, a Caino, dove la sua moto è stata travolta da un furgone guidato da un 48enne sotto effetto di stupefacenti.
Marco Pancaldi, il motociclista di Montichiari che ha perso la vita a Caino dopo essersi scontrato con un fiorino
Marco Pancaldi, il motociclista di Montichiari che ha perso la vita a Caino dopo essersi scontrato con un fiorino
Marco Pancaldi, il motociclista di Montichiari che ha perso la vita a Caino dopo essersi scontrato con un fiorino
Marco Pancaldi, il motociclista di Montichiari che ha perso la vita a Caino dopo essersi scontrato con un fiorino

«Ho saputo che un giovane in bicicletta ha soccorso Marco e fino all’ultimo gli è stato vicino. Mi piacerebbe incontrarlo, ringraziarlo e farmi raccontare gli ultimi istanti di vita di mio figlio». È un appello che viene dal cuore lacerato di una mamma quello lanciato da Valeria Pancaldi. L’11 agosto il figlio Marco Pancaldi è stato travolto e ucciso da un furgone guidato da una persona sotto effetto di stupefacenti. La vittima aveva 30 anni e un futuro di sogni, progetti ed aspirazioni. Dopo lo schianto lungo le Coste di Sant’Eusebio a Caino il primo a prestare aiuto  a Marco era stato un cicloturista.

L’appello

«Chiedo un favore a tutti i miei contatti, di condividere questo mio appello - spiega Valeria -; vorrei tanto riuscire a rintracciare il giovane ciclista che si è fermato dopo l’investimento. Sono settimane che lo sto cercando, vorrei tanto ringraziarlo e chiedergli quali sono stati gli ultimi istanti di Marco. Non so se lui sia disposto o abbia voglia di parlare, ma per me sarebbe importante. Se qualcuno dovesse conoscerlo, gli dica se può contattarmi via Messenger oppure presso la concessionaria. Grazie di cuore a tutti coloro che mi vorranno aiutare».

Il dolore straziante della madre

Nato e cresciuto a Montichiari dov'è ricordato come un ragazzo riservato ma entusiasta della vita, Marco nutriva una passione innata per i motori ma era sempre prudente in sella. A 21 anni, nel 2014, aveva avviato la rivendita di moto e dopo un paio di anni divenne concessionario di vari marchi fra cui il più importante Benelli: quel negozio era per lui la realizzazione di un sogno e la continuazione di una passione trasmessa dal padre, scomparso prima di lui. «Marco voleva mantenere il legame con il padre - continua Valeria - Conosceva i motori, studiava tutto nei minimi dettagli. Sono andata sul posto solo una settimana fa, è un dolore straziante. Ho tanta rabbia per quanto accaduto e per la persona che mi ha strappato Marco. Mio figlio era felice, aveva ancora tanti progetti da realizzare, sto provando a portare avanti la concessionaria per tenere vivi i suoi sogni. Ringrazio il sindaco di Caino per la sua sensibilità e tutti coloro che ancora oggi dimostrano l’affetto nei suoi confronti».

I sogni infranti di Marco

A settembre Marco avrebbe dovuto iniziare la seconda parte di un corso per ottenere il brevetto di volo: la prima parte teorica era già stata brillantemente superata. I suoi amici hanno espresso il desiderio di porre una lapide nel luogo dell’incidente in sua memoria. Una giovane vita stroncata da un destino beffardo: nonostante gli sforzi dei sanitari Marco non è sopravvissuto alle gravissime ferite riportate nell’impatto con un Fiat Fiorino che, secondo la ricostruzione dei carabinieri, avrebbe invaso la corsia opposta travolgendo il 30enne sul rettilineo e riducendo la motocicletta ad un ammasso di rottami.

Alla guida del furgone un 48enne di Brescia arrestato dopo che gli esami a cui era stato sottoposto avevano riscontrato la positività a oppiacei, cannabinoidi, cocaina e metadone. L'autista e ora indagato per omicidio stradale e il suo arresto era stato inizialmente convalidato, poi il gip aveva deciso di scarcerarlo disponendo per lui la misura degli arresti domiciliari. «Solo alla conclusione delle indagini potremmo accedere agli atti», spiega Valeria.

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