Laghetto, letture sotto il portico

Il «Casino» del Laghetto di Scarpizzolo col portico restaurato
Il «Casino» del Laghetto di Scarpizzolo col portico restaurato
Il «Casino» del Laghetto di Scarpizzolo col portico restaurato
Il «Casino» del Laghetto di Scarpizzolo col portico restaurato

L’operazione di restauro del «Casino del Laghetto», a Scarpizzolo di San Paolo, è ormai in fase avanzata, e mentre i lavori continuano, l’edificio in cui ha sede l’associazione degli «Amici» dello specchio d’acqua può iniziare a ospitare anche incontri in presenza aperti alla popolazione. Aprirà il programma venerdì alle 20,30 la presentazione del libro «Antonia nella pianura del Po», un manoscritto di Maria Alloisio, scomparsa alcuni anni fa, dato alle stampe dal pronipote Manuel Salada, che lo ha ritrovato tra i ricordi di famiglia. È la storia di Antonia Premi, madre dell’autrice, nata nel 1882 a Pedergnaga (che insieme a Oriano formerà il Comune di San Paolo) e vissuta a lungo a Scarpizzolo prima di trasferirsi a Orzinuovi. «Un’antenata femminista che si fa ritrarre dal pittore Giacomo Olini col suo vestito austero, ma con un quotidiano in mano. La storia di una donna delle nostre campagne a cavallo del secolo scorso - spiega Salada -. Tra povertà, guerra e dittatura si snodano capitoli densi di attesa di un futuro migliore». Immersa nella campagna, la cascinetta di proprietà del Consorzio irriguo Due Quinzane, nella quale appunto hanno casa gli Amici del Laghetto, è indicata già nelle carte topografiche del ’700 come «Casino». Costruita sopra la Roggia Quinzana nell’area attigua al Laghetto, aveva inizialmente funzioni di chiusa per regimentare la portata della roggia. Cascina e laghetto fanno parte del Parco sovracomunale del fiume Strone, e per ora i volontari hanno restaurato il portico sul lato Est del primo ricavandoci uno spazio piacevole e organizzato, aperto nella bella stagione a tutti gli amanti di questa zona. Quest’anno verrà riproposta nella versione originale la «Notte silente sotto La luna piena», una passeggiata che Alfredo Seccamani, cultore della storia di San Paolo e fondatore dell’associazione Pagus farraticanus, aveva ideato insieme agli Amici. Nell’area attorno alle opere irrigue (circa 13 ettari), negli anni i volontari hanno messo a dimora migliaia di aceri, carpini, platani, ontani, querce. «In un ambiente violentato dall’inquinamento e dall’aggressione delle attività dell’uomo, in cui negli ultimi decenni è scomparso oltre il 90% della biodiversità - ricorda la presidente del sodalizio Matilde Vassalli -, riteniamo che aree come quella del Laghetto di Scarpizzolo, in cui cerca di sopravvivere con fatica un minimo di ecosistema, meritino il necessario rispetto dei cittadini e delle istituzioni».•. R.C.

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