Omaggio ad Azzola morto in «trincea» ai tempi del Covid

La cerimonia della posa della targa in omaggio di Fiorlorenzo Azzola
La cerimonia della posa della targa in omaggio di Fiorlorenzo Azzola
La cerimonia della posa della targa in omaggio di Fiorlorenzo Azzola
La cerimonia della posa della targa in omaggio di Fiorlorenzo Azzola

«Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda». É la dedica impressa sulla targa dedicata al dottor Fiorlorenzo Azzola, il direttore sanitario della Casa di riposo di Bagnolo, che lo scorso anno ha perso la vita a soli 54 anni a causa delle conseguenze legate al Covid. La Fondazione «Paolo VI» ha voluto così ricordare una persona che non solo ha saputo incarnare fino al sacrificio estremo il ruolo di medico, pronto a dare tutto per aiutare i suoi pazienti anche in piena emergenza sanitaria, ma si è sempre distinto per la sua umanità e sensibilità nei confronti non solo degli ospiti della Rsa e delle loro famiglie, ma anche verso tutto il personale della struttura bagnolese. «Fiorlorenzo è stato un amico, che è ancora al nostro fianco, giorno dopo giorno, nonostante il triste distacco imposto dalla malattia», afferma il presidente della Fondazione Angelo Chiari, che insieme al parroco don Faustino Pari, alla moglie di Azzola, Anna, ed ai suoi due figli Beatrice e Marco, ha scoperto la targa ricordo. Il direttore sanitario della struttura socio assistenziale di Bagnolo - che abitava a Verolanuova, dove continuava a seguire e alimentare le sue passioni di organista e direttore del coro - era stato colpito dal virus nel marzo 2020, e il decorso della malattia era stato altalenante: prima in sala di rianimazione, intubato, poi l’arresto cardiaco, infine aveva contratto altri virus. Dopo aver lottato strenuamente contro la malattia, a giugno aveva perso la sua battaglia. Nonostante lo scorrere del tempo, resterà il suo ricordo, quello di un uomo che ha rinunciato alla propria vita per aiutare gli altri.•. C.Reb.

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