Povertà, un tunnel senza fine

di Massimiliano Magli
Il municipio di Castrezzato
Il municipio di Castrezzato
Il municipio di Castrezzato
Il municipio di Castrezzato

La notizia non è nuova, ma è proprio la sua «età» a renderla preoccupante. A fare paura sono i numeri da brivido della povertà di Castrezzato, «sorella» quasi gemella di quella Castelcovati che registra da qualche anno la disoccupazione di circa 2000 cittadini un tempo figli devoti dell’edilizia.

A raccontare una situazione drammatica è il sindaco Gabriella Lupatini che, riconoscente alla Caritas, deve comunque fare i conti con numeri difficili da affrontare. Sono ormai quasi 400 le famiglie che si possono inserire con certezza tra quelle in condizioni di povertà assoluta; magari con un mutuo o un affitto da pagare e la disoccupazione dell’unico genitore lavoratore. I pochi risparmi evaporano, e allora iniziano i tagli più estremi: via i bambini dalla scuola materna, libri mancanti per i ragazzi iscritti alle superiori o, nei casi peggiori, morosità con i fornitori di energia e acqua con la sospensione dell’utenza. È nota la situazione di un paio di condomini in cui tutto ciò sta accadendo da tempo.

«È UNA GUERRA senza armi adeguate - dice Lupatini - ma stiamo facendo tutto il possibile. La Caritas ha ottanta famiglie accreditate per il ritiro della borsa alimentare che mensilmente viene consegnata nel magazzino comunale di via Caduti del Lavoro. Qui abbiamo allestito un front office e scaffalature come in un supermercato per ritirare beni di prima necessità: è la spesa della povertà, quella che dà speranza a chi l’ha persa per colpa di una crisi che non pare ammettere una via d’uscita per troppe famiglie».

Chi ne ha diritto? «Tutti quelli che vivono in condizioni di difficoltà, compatibilmente con le scorte disponibili», spiega il sindaco. Anche se purtroppo molti non si presentano per vergogna. In ogni caso non è uno sportello aperto a tutti: la burocrazia è il primo tagliando che le famiglie povere devono affrontare. Solo la segnalazione dei Servizi sociali, infatti, consente di accedere al servizio.

«È un obbligo di legge - continua Lupatini -; anche perchè le situazioni sono troppo complesse per poter essere legate solo ai numeri. Lo stesso dicasi per il microcredito».

Si tratta di un secondo progetto che vede stanziati circa 3.000 euro, metà dal Comune e metà dalla Caritas, come garanzia per un prestito 4 volte superiore, per un totale di 12 mila euro distribuibili tra i nuclei più bisognosi. Anche in questo le richieste vengono vagliate caso per caso, e c’è spazio solo per chi non è «bancabile» e cerca aiuto su ogni fronte: dalla scuola per i figli agli elettrodomestici.

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