GLI ARRESTI

Brescia, raid esplosivi ai bancomat
Preso il commando d’oro

I colpi messi a segno in città, a Castegnato, Palazzolo e Adro avrebbero fruttato complessivamente oltre 200 mila euro.
La banda del bancomat all’opera. Il commando formato da dieci persone nel giro di due anni ha messo a segno 73 colpi che hanno fruttato 3,5 milioni
La banda del bancomat all’opera. Il commando formato da dieci persone nel giro di due anni ha messo a segno 73 colpi che hanno fruttato 3,5 milioni
La banda del bancomat all’opera. Il commando formato da dieci persone nel giro di due anni ha messo a segno 73 colpi che hanno fruttato 3,5 milioni
La banda del bancomat all’opera. Il commando formato da dieci persone nel giro di due anni ha messo a segno 73 colpi che hanno fruttato 3,5 milioni

Il copione degli assalti era ormai consolidato. Il commando forzava lo sportello con un cric idraulico, inseriva poi un ordigno artigianale a forma di parallelepipedo chiamato in gergo «marmotta» caricato con una miscela esplosiva che veniva innestata con la scintilla di cavo elettrico. Il bancomat saltava in aria provocando spesso danni alla banca e agli edifici circostanti. Con questo sistema, un’organizzazione criminale ha messo a segno 73 colpi in due anni. Alla banda vengono attribuiti anche quattro raid compiuti nel Bresciano tra Castegnato, Palazzolo, Adro e città che avrebbero fruttato complessivamente oltre 200 mila euro.

All’alba di giovedì i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per dieci persone, ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere. Tra febbraio del 2017 e aprile 2019 il gruppo ha colpito in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna e nel Lazio, con un bottino che supera i 3,5 milioni di euro.

Le indagini dei militari del nucleo investigativo di Milano, coordinate dalla procura milanese nell'indagine chiamata Operazione «Big Bang», hanno consentito di individuare la banda, i cui capi e organizzatori abitano e sono cresciuti nel quartiere «Pilastro» di Bologna. Gli assalti documentati dalle indagini condotte dai carabinieri potrebbero essere solo la punta di un iceberg considerato che sono almeno 30 i saccheggi ancora sotto la lente degli inquirenti perché potenzialmente attribuibili al commando.

Il 4 febbraio 2017 dall'Intesa San Paolo di Bergamo erano stati portati via oltre 94mila euro in un colpo solo, stessa cifra a Senago alla Banca Popolare di Milano due mesi dopo, fino ai 281 mila euro sottratti a Dalmine, sempre alla filiale di Intesa San Paolo di via Betelli, nell'ottobre 2017. Cifre consistenti anche a Cornaredo, l'11 novembre 2017, oltre 200mila euro e a Pozzuolo Martesana, un anno dopo, oltre 80 mila euro il bottino.

Tra gli arrestati figura Giuseppe Molinelli, 40 anni, uno dei tre capi dell'organizzazione, detto «il nano»: decideva gli obiettivi, le tempistiche dei colpi e la ripartizione dei guadagni. Era il regista del commando banda. Con i proventi dei colpi dell’ultimo anno si era trasferito in Spagna, a Benidorm, sulla Costa Blanca per aprire un ristorante. Il responsabile della logistica dell’organizzazione criminale era Sebastiano Corso, 43 anni, «Seba», che reperiva il materiale necessario agli assalti e convocava le riunioni della banda. Zakaria Siyadi, 29 anni, detto «il Cinno», gestiva invece i box e i locali in affitto dove venivano custodite le «frecce», potenti auto usate per la fuga intestate a prestanome compiacenti o rubate come nel caso dell’Audi R 4 usata per il colpo di Castegnato. Nella gang figurava anche Claude, «il gonfio». Oltre ai tre promotori, in carcere finiscono anche Giuseppe Quitadamo e Claudio Mantuano (a quest'ultimo sono stati anche sequestrati alcuni immobili) mentre gli altri cinque componenti della banda sono agli arresti domiciliari. •.

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