il focus

Allarme alcolismo, il consumo cresce: +180 %

di Marta Giansanti
Alcolisti Anonimi Lombardia denunciano una situazione allarmante soprattutto tra i più giovani
Dopo la pandemia è aumentato il consumo di alcol
Dopo la pandemia è aumentato il consumo di alcol
Dopo la pandemia è aumentato il consumo di alcol
Dopo la pandemia è aumentato il consumo di alcol

Non più un semplice fenomeno, ma una vera e propria piaga sociale. Peggiorata fortemente durante la pandemia, non accenna a rallentare. Anzi: «L’uso e abuso di bevande alcoliche è ormai fuori controllo», è il grido d’allarme lanciato da Giovanni, coordinatore per l’area lombarda dell'associazione Alcolisti anonimi. «Dallo scoppio della pandemia il consumo di alcol è aumentato del 180% mentre si è abbassato spaventosamente il target di persone che ne fanno uso assiduo. Oggi ci sono giovani di 13 anni ricoverati in coma etilico ma sembra che tutto questo non faccia più notizia, come se fosse diventata la normalità», sottolinea Giovanni denunciando il sempre più diffuso «binge drinking» tra i ragazzini, ovvero il bere più possibile in pochissimo tempo al solo scopo di trovare lo sballo immediato. «Lo fanno con gli shottini di superalcolici, fino a stare male».

Manca la sensibilizzazione 

Un problema amplificato durante i lunghi mesi di pandemia «ma che si è mantenuto nel tempo senza nessun segnale incoraggiante». Una grande questione che si aggiunge ad un’altra. «Sono situazioni che restano nel silenzio, proprio come se non riguardassero la nostra società - spiega il coordinatore -. C’è quasi una totale indifferenza, un disinteresse, non esiste una vera sensibilizzazione e, in questo quadro, creare progetti di informazione e di azione con le istituzioni e i principali stakeholder del territorio è quasi impossibile».

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Operai e alcol

Caduti completamente nel vuoto i tentativi di contattare Confindustria. «Sono tanti gli operai delle fabbriche che arrivano sul posto di lavoro ubriachi - descrive Giovanni -: proprio loro rischiano infortuni e la vita stessa e non è raro che accada il peggio, per questo è fondamentale instaurare un dialogo con i loro rappresentanti». Ma non solo. «La nostra associazione è a costo zero: molti enti e strutture ci potrebbero utilizzare di più ma raramente siamo coinvolti - aggiunge -, eppure siamo sul territorio da tantissimo tempo e diamo un valido supporto e un prezioso sostegno a chi ci chiede aiuto».

Alcolisti anonimi, in aumento i nuovi ingressi

Sul Bresciano sono 23 i gruppi A.A., 4 dei quali operano in città. «Con lo scoppio della pandemia qualche gruppo è stato costretto a fermarsi, oggi finalmente sono tutti di nuovo operativi». Sì, finalmente. Perché dall’inizio dell’estate gli A.A. hanno assistito a un aumento di nuovi ingressi: circa un centinaio solo da settembre, «anche trentenni». «Dati che non sono confortanti e sono dovuti principalmente all’odierno stile di vita - spiega Giovanni -: i locali sono sempre strapieni di clienti, sempre più giovani e in cerca dello sballo del weekend. Purtroppo gli interessi economici pesano di più rispetto alla salute».

Chiedere aiuto è possibile

L’unica soluzione è non vergognarsi, ma chiedere aiuto affidandosi a specialisti ed esperti. «Troppe persone stanno soffrendo, ma uscire dall’alcolismo si può e si può vivere bene senza alcol – sottolinea -. Però, proprio come per tutte le dipendenze bisogna avere il coraggio di affrontarle e avere l’umiltà di chiedere aiuto perché da soli è impossibile. La frase incoraggiante “smetto quando voglio” non è realistica». Un appello dal forte obiettivo: «Ogni volta che si puntano i rifetetori su questo argomento, anche attraverso articoli di giornale - confida -, puntualmente le richieste di aiuto da parte del malato, di un familiare o di una persona a lui cara aumentano». Per chiedere aiuto: 3666497880, mail esterno@aa-arealombardia.it.

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