Nuove accuse per Samir Bougana, il foreign fighter 28enne di origini marocchine nato a Gavardo, trasferito in giovane età in Germania e poi partito per la Siria, come combattente. Il suo caso era balzato agli onori delle cronache nel 2019. Il ragazzo, dopo essere stato prelevato a Kobane dalla Digos di Brescia, era stato portato in Italia, processato per terrorismo e condannato. Ora, a seguito di ulteriori indagini, la Polizia di Brescia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Brescia su richiesta della Procura, per l'accusa di «sequestro di persona e lesioni personali, aggravati dall’avere adoperato sevizie e agito con crudeltà nonché dalla finalità di terrorismo e dell’odio razziale». Gli è stata notificata al carcere di Sassari, dove si trova richiuso per scontare la sua pena.
Le indagini sul terrorismo e l'arresto nel 2019
Nel giugno del 2019 l’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Sassari, era stato prelevato a Kobane (Siria) - dove si trovava in stato di cattura da parte delle Unità di protezione popolare curde - da funzionari della Digos di Brescia e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, al termine di una operazione condotta in stretto raccordo con Aise, Fbi e Autorità siriane e arrestato per «partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo». Dopo una radicale adesione ideologica alla Jihad islamica, era infatti partito per la Siria dove era divenuto un operativo del sedicente Stato Islamico. Samir Bougana si era poi detto pentito.
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Chi è Samir Bougana
Italo-marocchino nato a Gavardo, Bougana si sarebbe radicalizzato in rete, prima in Italia e poi in Germania, dove si era trasferito a 16 anni con i familiari e da dove, nel 2013, era poi partito per raggiungere la Siria e diventare foreign fighter. Lì si era sposato con una ragazza tedesca di origine turca da cui ha avuto tre figli che vivono con la madre in Turchia. Per gli inquirenti in Siria avrebbe «partecipato all’organizzazione denominata Is (lo Stato islamico, l'Isis ) allo scopo di commettere atti in territorio siriano e in Europa».
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Processato a Brescia nel 2020
Nel luglio del 2020, il Tribunale di Brescia ha condannato Bougana a 4 anni di reclusione per terrorismo. Il difensore del ragazzo aveva chiesto che il procedimento fosse spostato in Germania, ma il tribunale aveva respinto la richiesta. La condanna a 4 anni era poi stata confermata anche in appello.
Le nuove indagini
I successivi approfondimenti investigativi, condotti anche in ambito internazionale, hanno trovato un punto di svolta nello scambio informativo tra le autorità italiane e tedesche che ha fatto emergere come lo stesso foreign fighter poteva essere stato responsabile anche di torture e sevizie nei confronti di almeno due persone, tra cui un adolescente, che si erano rifiutate di combattere per l’Isis e attualmente rifugiate in Germania.
Nuove accuse di torture: la testimonianza di una presunta vittima
Decisiva, ai fini dei nuovi sviluppi investigativi, è risultata la testimonianza, raccolta a Dusseldorf dal pm titolare delle indagini e da funzionari della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e della Digos di Brescia, di una delle vittime delle torture, che sarebbero state inflitte dal foreign fighter italo-marocchino: nel mostrare le cicatrici delle sevizie subite, il testimone ha infatti raccontato anche di torture perpetrate con scariche elettriche nei confronti di detenuti curdi appartenenti alla minoranza Yazidica al fine di costringerli alla conversione all’Islam.
In carcere a Sassari
Samir Bougana è attualmente rinchiuso nel carcere di Sassari, dove sta scontando la condanna a quattro anni per terrorismo. Sarebbe dovuto uscire il prossimo dicembre, ma è stato raggiunto da questo nuovo ordine di custodia cautelare che allungherà la sua permanenza dietro le sbarre.