La ricerca di quell’identità passerà anche attraverso un tipo di esperto che solitamente esula da attività investigative, considerato che i tatuaggi sul corpo della donna fatta a pezzi e abbandonata a Paline di Borno rimangono ad oggi uno degli elementi principali in mano agli investigatori e agli inquirenti. Da quelle scritte e quei disegni sui resti ritrovati, quindi, si vuole trarre il massimo per risolvere il giallo. Nelle scorse ore è stato diffuso dalla procura l’elenco dei tatuaggi presenti sui resti ritrovati domenica pomeriggio intorno alle 15.30. Una decina in tutto, tra scritte e disegni. In almeno un caso si tratterebbe di una scritta parzialmente cancellata. Anche questo richiederà accertamenti, per sapere quando questo è avvenuto e soprattutto da parte di chi. Ma all’esperto gli inquirenti sembrano intenzionati a chiedere informazioni sul significato delle singole scritte, sul periodo in cui sono state tatuate per la prima volta in Italia e se ci sono delle zone da cui provengono al di fuori dei confini.
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Tutto ciò può avere una rilevanza relativa, ma di fronte a un corpo fatto a pezzi nulla deve essere lasciato intentato. Decifrare quindi anche ogni minimo dettaglio, di quanto si è deciso di disegnare o scrivere attraverso i tatuaggi, può aiutare a capire, magari anche solamente a conoscere meglio la vittima di tanta efferatezza. Una conoscenza che consentirebbe di risalire al contesto da cui conviene e in cui tutto potrebbe essere accaduto. Ci sono però anche altri elementi che vengono considerati di rilievo dagli investigatori. Questo in particolare per quanto riguarda la questione del tempo trascorso dall’abbandono dei resti al ritrovamento.
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Un lasso di tempo che se ricostruito con un’approssimazione quanto più possibile ridotta si rivelerebbe importante relativamente alle auto che sono transitate nella zona: particolare che assume una rilevanza particolare, in merito all’abbandono, solo se, appunto, può essere ricompreso in un determinato lasso di tempo. In merito, l’elemento che consentirebbe di dire che i resti non sono rimasti a lungo a Paline, prima d’essere ritrovati è dato dalla loro conservazione. Non sarebbero infatti stati toccati dagli animali come sempre accade quando vengono lasciati per un lungo periodo soprattutto in zone montane, a ridosso di boschi: e questo potrebbe confermare la ricostruzione secondo cui l’abbandono risale alle ore precedenti o al massimo al giorno precedente. Anche perchè due giorni prima del ritrovamento, nessuno li avrebbe notati. Ma come emerso sin dai giorni scorsi sono diverse le auto riprese lungo la strada che costeggia il luogo in cui sono stati ritrovati i resti del corpo. Pochi, quindi, rimangono gli elementi a disposizione dei carabinieri e del pm Lorena Ghibaudo, titolare del fascicolo. Ma, come si può vedere, nulla viene trascurato: dai tatuaggi, ai rilievi della scientifica dei carabinieri, dall’autopsia alle immagini delle telecamere di videosorveglianza.
Tutti gli sforzi in questo momento convergono nella direzione di dare un’identità alla donna alta circa un metro e sessanta centimetri, del peso di circa 50/55 chilogrammi, dalla carnagione chiara e capelli scuri. Questo è tra quanto emerso dall’esame autoptico eseguito a medicina legale. Elementi che vanno aggiunti alle testimonianze raccolte dai carabinieri nella zona, a partire da quella della persona che ha ritrovato i resti nel pomeriggio di domenica. La sensazione è che ogni ora possa rivelarsi decisiva per raccogliere elementi da aggiungere a quanto emerso fino ad adesso. •. M.P.