Le indagini

Caso Cassarà: tutta da rifare l’analisi del cellulare

L’olimpionico è finito al centro di una inchiesta della procura di Brescia che gli contesta il fatto di avere ripreso, lo scorso ottobre, una ragazzina che si stava facendo la doccia negli spogliatoi del Centro San Filippo di Brescia
Andrea Cassarà
Andrea Cassarà
Andrea Cassarà
Andrea Cassarà

Dal telefono cellulare di Andrea Cassarà, al momento, non sarebbero emerse immagini compromettenti, ma l’analisi è parziale e per questo dovrà essere nuovamente eseguita. La copia forense, eseguita nelle scorse settimane dai carabinieri, infatti non sarebbe stata completa e per recuperare tutti i dati sarà necessario rimettere mano al telefono. Si allungano così i tempi delle indagini nei confronti dello schermidore bresciano iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico.

La vicenda

L’olimpionico è finito al centro di una inchiesta della procura di Brescia che gli contesta il fatto di avere ripreso, lo scorso ottobre, una ragazzina che si stava facendo la doccia negli spogliatoi del Centro San Filippo di Brescia. La giovanissima, ai carabinieri, aveva raccontato di avere visto un telefono cellulare proprio sopra il box in cui si stava lavando. La ragazzina aveva aggiunto di non sapere chi potesse essere la persona che la stava spiando. «Mi sono messa a urlare e quella persona si è allontanata velocemente», aveva raccontato ai militari l’adolescente che prima di rivolgersi a loro per la denuncia aveva messo a conoscenza dell’episodio anche i responsabili del centro sportivo di via Bazoli.

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Analizzando le immagini del sistema di videosorveglianza esterno del centro sportivo, i carabinieri avevano notato come lo schermidore bresciano si trovasse nei pressi dello spogliatoio. Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati e il sequestro del cellulare, e del personal computer, dell’atleta bresciano che nel frattempo è stato sospeso da tutte le attività federali.

Nelle scorse settimane il contenuto del telefono cellulare era stato scaricato dai carabinieri, ma l’operazione non sarebbe andata del tutto a buon fine. Per questo motivo il pubblico ministero titolare del fascicolo ieri mattina in procura ha incontrato il legale dello schermidore bresciano al centro della delicata vicenda, nei prossimi giorni affiderà l’incarico a un consulente esterno.

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