IL CASO

Cinghiali nel mirino, una strategia che divide

Femmine rimaste senza matrona e con molti cuccioli FOTO MAZZATENTA
Femmine rimaste senza matrona e con molti cuccioli FOTO MAZZATENTA
Femmine rimaste senza matrona e con molti cuccioli FOTO MAZZATENTA
Femmine rimaste senza matrona e con molti cuccioli FOTO MAZZATENTA

Bresciaoggi mette a confronto favorevoli e contrari agli abbattimenti intensivi promossi sul territorio bresciano dall'alto Garda all'entroterra del lago d'Iseo. Per il mondo venatorio non ci sono alternative, gli esperti ritengono invece che l'allarme sia fomentato per giustificare le mattanze. QUI IL SONDAGGIO: VOTA ANCHE TU In un passato non troppo lontano si era mobilitato persino l'ormai ex prefetto di Brescia, Visconti, aprendo la strada all'ennesima campagna di controllo sostanzialmente abortita, dato che le gabbie per la cattura piazzate a Gardone Riviera e dintorni non avevano catturato nulla.

È stato solo uno dei tanti episodi del «caso cinghiali» che hanno riempito e riempiono le pagine dei quotidiani, e che continuano a dividere da una parte cacciatori, agricoltori e molti amministratori comunali - senza dimenticare naturalmente quelli provinciali e regionali - e dall'altra non solo le associazioni ambientaliste, che vedono nel susseguirsi di campagne di contenimento a fucilate anche un sostanziale allungamento a tutto l'anno della stagione di caccia, e pochi, pochissimi ricercatori, i quali si appellano all'etologia per affermare il presunto errore insito nell'approccio.

Uno di questi ha dato prova di coraggio offrendo la sua esperienza sul campo per realizzare uno dei servizi di questa pagina, che è nata per fornire ai lettori diverse chiavi di lettura di quello che indubbiamente è un problema. I cinghiali sono molti, lasciano segni pesanti sulle coltivazioni e creano inconsapevolmente anche incidenti stradali - magari perché stanno raggiungendo un campo di mais o magari perché stanno fuggendo da una braccata -, e finora, nonostante organi terzi come l'Ispra, e la legge quadro nazionale sulla caccia, dispongano che i contenimenti debbano iniziare sempre da metodi ecologici, la scelta fatta in tutta Italia è stata quella di metterli nel mirino.
Secondo i cacciatori e la politica, salvo poche eccezioni, questo è l'unico metodo che funziona, e non c'è nessuna «passione» particolare nell'organizzare le battute se non quello di offrire una sorta di servizio pubblico. Secondo gli ambientalisti questa è una gigantesca truffa che non risolve nulla, e secondo la scienza, come detto pochissime voci fuori dal coro, la persecuzione finisce per creare l'effetto opposto.Quale sarà l'approccio migliore? Abbiamo provato ad allargare il campo delle informazioni disponibili su una questione divisiva.. P.Bal.
VOTA IL SONDAGGIO La caccia al cinghiale: pratica necessaria per difendere i campi e la popolazione o attività cruenta e inutile? 

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