freccia rossa

Tra i lavoratori c'è grande amarezza ma anche voglia di sperare

di Luca Goffi
Le gallerie ora deserte al primo piano del centro commerciale  inaugurato 14 anni fa  FOTOLIVE
Le gallerie ora deserte al primo piano del centro commerciale inaugurato 14 anni fa FOTOLIVE
Le gallerie ora deserte al primo piano del centro commerciale  inaugurato 14 anni fa  FOTOLIVE
Le gallerie ora deserte al primo piano del centro commerciale inaugurato 14 anni fa FOTOLIVE

Serrande abbassate, transenne, pochi clienti e un tantino annoiati: ecco il mesto sabato pomeriggio al centro commerciale Freccia Rossa. E con il centro in vendita, si avverte pesante l’incertezza verso il futuro; cui si aggiunge il trend degli ultimi anni che non alimenta l’ottimismo: il lento declino infatti, dopo il biennio mortifero della pandemia, ha subìto un’accelerazione più netta. Tuttavia, come si dice, la speranza è l’ultima a morire e i lavoratori non si arrendono: «Restiamo positivi e lavoriamo al massimo con il flusso che abbiamo - spiega Luca Bordiga, dell’edicola-tabaccheria-. Nel nostro presente c’è un grosso punto di domanda, però credevamo nel progetto che c’era prima e dunque la speranza rimane. Tutti noi ci mettiamo qualcosa qui dentro e ci teniamo a restare». Ci sono anche giovani lavoratori come la ventiduenne Elena Piceni che hanno tutta la carriera davanti e neppure considerano l’ipotesi di gettare la spugna: «Siamo un pochino preoccuparti però non ho partecipato alle riunioni e quindi non so come andrà a finire - spiega la dipendente di Crois Gourmet-. La gente è diminuita ma ce la caviamo con i clienti che abbiamo. Noi abbiamo un altro bel locale a Desenzano però mi dispiacerebbe molto lasciare questo posto». Ormai nel centro commerciale sono rimaste per lo più grosse catene e questo aspetto rende i dipendenti tranquilli, anche se traspare da ciascuno di loro la voglia di rilanciare il destino del Freccia Rossa. Lo scenario del primo piano è desolante se paragonato ai fasti di un tempo: serrande perennemente abbassate, intere aree transenne e inaccessibili. Quanto di più distante dalle immagini di gioia dell’inaugurazione quando i corridoi erano affollati di clienti felici: «Sono sereno perché sono in un’azienda seria. Invece sul centro non sono altrettanto positivo perché ho l’impressione che nuovi negozi faticheranno a riaprire - confessa Riccardo Lai, 29 anni JD -. Sarebbe un peccato chiudere il Freccia Rossa: perderemmo una bella opportunità, sono affezionato ai clienti. Non mi dimentico la loro importanza, il nostro successo dipende esclusivamente da loro». Tra i clienti, sbuca la cantante bresciana Stefania Martin che ormai vive stabilmente a Bologna ma non rinuncia a passare dalla sua Brescia. Per lei è un attimo di spensieratezza prima di gettarsi a capofitto nelle prove per il concerto di Radio Live Italia in Piazza Duomo a Milano il 21 maggio. Rientrata in città, la tappa al centro estetico K2 Chocolate era obbligata: «Mi dispiacerebbe se l’intera struttura chiudesse. Si sa che i vuoti vengono sempre riempiti e spesso con attività non altrettanto positive - spiega la cantante-. Inoltre qui si possono trovare servizi utili alla comunità come il supermercato e il centro estetico. Per questa ragione mi auguro dal profondo del cuore che possa rilanciarsi». E così dalle parole di clienti e negozianti emerge l’attaccamento ad un luogo che per anni è stato punto di riferimento in città; ma a fronte di questo il Freccia Rossa conferma la tendenza degli ultimi anni verso l’ineluttabile declino. E mentre all’orizzonte c’è il piano della società che ha parlato dell’intenzione di rilanciare il centro, il sabato pomeriggio scorre senza il flusso di clienti che qualche anni fa animava in modo massiccio le «navate» del «mall» di viale Italia. Praticamente senza più comparto food, con poche vetrine ma ormai spogliato del grande appeal di un tempo che fu.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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