ECONOMIA

Commercio, il settore annaspa ma "volano" le consegne a domicilio

di Manuel Venturi
Le due facce del terziario bresciano. Da una parte, le difficoltà della maggior parte delle imprese, con perdite per oltre 2 miliardi di valore aggiunto nel 2020 e a rischio chiusura. Dall'altra la crescita esponenziale dell'e-commerce.
Una negoziante prepara i pacchi per le consegne a domicilio. Le aziende che le utilizzano sono cresciute del 223%
Una negoziante prepara i pacchi per le consegne a domicilio. Le aziende che le utilizzano sono cresciute del 223%
Una negoziante prepara i pacchi per le consegne a domicilio. Le aziende che le utilizzano sono cresciute del 223%
Una negoziante prepara i pacchi per le consegne a domicilio. Le aziende che le utilizzano sono cresciute del 223%

Un clima di profonda sfiducia, ma anche la volontà di affrontare le avversità a viso aperto. Dall’«Indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi - Analisi al 28 febbraio: ad un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la situazione economica è critica e dalle prospettive incerte e preoccupanti», commissionata da Confcommercio Brescia a Format research, emerge un quadro a due facce dello stato di salute delle aziende del terziario bresciano. Da una parte, le difficoltà della maggior parte delle imprese, riassunte dalla perdita di 2,1 miliardi di valore aggiunto nel 2020 (e si stima un’ulteriore flessione di 430 milioni di euro da inizio anno a Pasqua) e nelle 8.600 imprese inattive in provincia che potrebbero chiudere nei prossimi mesi. L’altra faccia è rappresentata dalla crescita esponenziale di strumenti come l’e-commerce e le consegne a domicilio: le aziende che ne fanno uso sono aumentate del 223% e del 256% rispetto all’inizio della pandemia tra le imprese del commercio, pubblici esercizi e servizi alla persona e alle imprese. I dati sono stati presentati da Pierluigi Ascani, presidente del Cda di Format research, dal leader di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti e da Roberto Saccone, presidente della Camera di commercio. Oltre alla bassa fiducia delle imprese nella ripresa, preoccupa «la ridotta capacità di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, mentre le aziende del terziario sono sempre state profondamente virtuose», ha notato Ascani: il 70,4% ha avuto difficoltà nel rispettare i pagamenti ai fornitori. Il giudizio sulle misure anticrisi del governo Conte II è negativo, con l’89,2% delle realtà che si è detto poco o per nulla soddisfatto. Allarmante il dato sulle prospettive 2021: se il 64,7% delle imprese resterà aperto, una su cinque proverà a stare in piedi (con qualche taglio), mentre per il 14,3% si prospetta la chiusura o una drastica riduzione delle attività. «C’è stato un pregiudizio negativo su alcune attività del terziario che si è trasformato in perdite pesantissime, lo Stato ha risposto con provvedimenti inutili e costosi - ha commentato Massoletti - ma le imprese hanno saputo reagire, investendo su futuro, digitalizzazione e sostenibilità». Due i dati positivi dell’indagine: il «boom» di e-commerce e consegne a domicilio (che nel 29,8% dei casi hanno permesso addirittura una crescita del fatturato sul 2019) e il sempre maggiore peso della sostenibilità, con il 31% delle aziende che vi hanno investito. «C’è ancora tanta voglia di fare impresa, moltissimi hanno modificato il loro modello di business - ha spiegato Saccone - dobbiamo investire in cultura e formazione sulla sostenibilità, che è un fattore di competitività anche per il turismo, che deve fare un salto di qualità: anche per questo, abbiamo indirizzato due milioni di euro a Visit Brescia».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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