Ei fu, il Napoleone bresciano. Tra ville, guerre e baldacchini

di Francesco De Leonardis
La prima volta che arrivò a Brescia fu nel maggio del 1796: nell'articolo tutti i luoghi di Bonaparte in città. Dal bastione di Canton Mombello al monastero di Sant’Eufemia, dal Broletto alla locanda del Gambero alla casa di via Marsala.
Palazzo Bettoni-Cazzago in via Marsala: vi soggiornò Napoleone FOTOLIVENapoleone Bonaparte morì 200 anni fa in esilio sull’isola di Sant’Elena, in mezzo all’Oceano Atlantico: per oltre un decennio, all’inizio dell’Ottocento, fu il dominatore dell’EuropaLa sala detta «di Napoleone» in palazzo Bettoni Cazzago Fotostudio Rapuzzi
Palazzo Bettoni-Cazzago in via Marsala: vi soggiornò Napoleone FOTOLIVENapoleone Bonaparte morì 200 anni fa in esilio sull’isola di Sant’Elena, in mezzo all’Oceano Atlantico: per oltre un decennio, all’inizio dell’Ottocento, fu il dominatore dell’EuropaLa sala detta «di Napoleone» in palazzo Bettoni Cazzago Fotostudio Rapuzzi
Palazzo Bettoni-Cazzago in via Marsala: vi soggiornò Napoleone FOTOLIVENapoleone Bonaparte morì 200 anni fa in esilio sull’isola di Sant’Elena, in mezzo all’Oceano Atlantico: per oltre un decennio, all’inizio dell’Ottocento, fu il dominatore dell’EuropaLa sala detta «di Napoleone» in palazzo Bettoni Cazzago Fotostudio Rapuzzi
Palazzo Bettoni-Cazzago in via Marsala: vi soggiornò Napoleone FOTOLIVENapoleone Bonaparte morì 200 anni fa in esilio sull’isola di Sant’Elena, in mezzo all’Oceano Atlantico: per oltre un decennio, all’inizio dell’Ottocento, fu il dominatore dell’EuropaLa sala detta «di Napoleone» in palazzo Bettoni Cazzago Fotostudio Rapuzzi

«Qui dormì Napoleone»: sono parecchie le dimore che, un po’ in tutta l’Europa, possono vantare di aver offerto riposo al condottiero, di cui si celebra oggi il duecentesimo anniversario della morte. Napoleone, è comunque risaputo, dormiva poco; soffriva d’insonnia e considerava il dormire un inutile spreco: «Dormire sei ore – sosteneva – è da imbecilli». A lui bastavano quattro ore di sonno per avere, l’indomani, tutta l’energia necessaria ad affrontare le sue militaresche imprese. Spesso, poi, quelle poche ore gli servivano anche per frequentare donne giovani e belle che arricchivano il suo catalogo di notturne conquiste. Anche a Brescia e nel territorio provinciale ci sono diverse case nelle quali prima il giovane generale e, in seguito, l’imperatore dei Francesi ha soggiornato. La prima volta che arrivò a Brescia fu nel maggio del 1796 nel corso della prima campagna d’Italia. Napoleone giunse il 27 maggio; le avanguardie dell’esercito francese si erano già fatte vedere il giorno precedente e si erano accampate, fuori le mura, nei pressi del bastione di Canton Mombello: gli Austriaci, lasciata Milano, si stavano ritirando verso Mantova. Napoleone veniva da Crema per la strada orceana, entrò da Porta San Nazaro, raggiunse la piazza del Duomo e, quando gli fu chiesto dove voleva alloggiare, chiese di essere vicino ai suoi soldati. Lo accompagnarono al monastero di Sant’Eufemia (ex caserma Goito e Distretto Militare, in fondo a corso Magenta per intenderci) e lo sistemarono nell’appartamento dell’abate. Non era una scelta di sobrietà, perché gli abati benedettini non disdegnavano le comodità e l’edificio era uno scrigno d’arte con gli ambienti affrescati da Romanino e Gambara. Il giorno seguente andò in Broletto ad incontrare il capitano veneto che gli offrì un ricco ricevimento. Napoleone però non solo dormiva poco: mangiava pochissimo e in fretta. In dieci minuti consumava il pasto lasciando chi lo ospitava nello sconforto. Niente cucina gourmet, niente casoncelli, spiedo e forse nemmeno un pirlo. E mentre la campagna militare lo impegnava tra Verona e Mantova, ebbe modo di tornare a Brescia in altre occasioni. Ai primi di giugno tornò ancora in Sant’Eufemia, a luglio fu con Gioacchino Murat al Gambero, la locanda più antica della città. Il 25 luglio arrivò da Parigi Giuseppina Beauharnais, che voleva trascorrere qualche giorno con il marito. Ad ospitarli fu il conte Gerolamo Fenaroli Avogadro (la sua immagine ci è tramandata in una splenda miniatura di Giambattista Gigola) che con fratelli Giovanni Antonio e Giuseppe viveva nel grande e suntuoso palazzo di via Marsala, ora Bettoni Cazzago. Nei tre giorni di soggiorno bresciano la coppia visitò i soldati feriti e ricoverati negli ospedali, fece passeggiate in carrozza, fu a teatro, partecipò ad un ballo organizzato in suo onore. Non sappiamo se si divertirono, non conosciamo che impressioni ricavarono dalla città, cosa li interessò… fu comunque un momento di pausa nel corso della guerra che subito riassorbì il generale, perché gli austriaci erano tornati minacciosi. Napoleone fu in quei giorni a Castenedolo dove si fermò in casa Ruspini-Guidetti (ora Boschi); a Salò dove visitò i feriti accolti in palazzo Martinengo (ora Terzi), a Desenzano dove alloggiò in palazzo Parini mentre preparava i piani della battaglia di Rivoli. Bonaparte tornò a Brescia da imperatore e re d’Italia nel 1805, qualche giorno dopo essersi posto sul capo la Corona Ferrea con una grandiosa cerimonia nel Duomo di Milano. Fu ancora ospitato in palazzo Fenaroli Avogadro. Il conte Girolamo era morto all’età di soli 42 anni nel 1802 e padrone di casa era adesso suo fratello Giuseppe, molto legato a Napoleone tanto che era stato invitato ad assistere all’incoronazione imperiale a Parigi. Fu un soggiorno breve. Congedatosi dai Fenaroli andò a far visita ai conti Lechi nella villa di Montirone, poi partì per raggiungere Verona. Nel palazzo di via Marsala una delle sale al primo piano è ancora detta la «sala di Napoleone» e vi si conserva il grande letto a baldacchino, ornato di aquile imperiali dorate in cui riposò l’imperatore, e un suo ritratto, copia coeva e fedele di quello celebre di Andrea Appiani, realizzato in occasione dell’incoronazione a re d’Italia.•.

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