Ex Stefanina, ok all’abbattimento In vista residenze

di Mauro Zappa
La palazzina di via Stretta interessata dal progetto
La palazzina di via Stretta interessata dal progetto
La palazzina di via Stretta interessata dal progetto
La palazzina di via Stretta interessata dal progetto

Parere favorevole da parte della commissione urbanistica di Palazzo Loggia per il recupero del complesso immobiliare al civico 28 di via Stretta (ex Stefanina Group), richiesta presentata dalla società New Age Properties. «La proposta di delibera va ricondotta alla medesima fattispecie già applicata all’ex Ideal Standard e all’ex Baribbi - ha affermato l’assessore Michela Tiboni nel corso della seduta di ieri dell’organismo consiliare presieduto da Guido Galperti - Viene attestato il pubblico interesse al recupero del sito, date le condizioni di degrado dell’edificio, dismesso da nove anni». L’immobile presenta gravi carenze strutturali che ne pregiudicano la sicurezza. Il problema principale è però costituito dal degrado sociale derivante da ripetute situazioni di occupazioni abusive. Anche i confinanti hanno espresso preoccupazione. Di conseguenza, anche a seguito della valutazione redatta da un responsabile del settore urbanistica del Comune, l’amministrazione proporrà lunedì 28 novembre all’aula consiliare di consentire il sostanziale abbattimento dell’edificio che insiste su una superficie fondiaria di circa 2.000 metri quadrati. Perplessità sono state espresse dalla capogruppo forzista Paola Vilardi: «E’ evidente come ancora una volta ci si ritrovi a parlare di un intervento positivo, ma senza avere un quadro generale di quello che è l’intero ambito, caratterizzato da un mix di insediamenti industriali e residenziali. Meglio sarebbe approfondire il tema in una seconda seduta di commissione, e per questa ragione chiedo il rinvio della decisione». Secca la replica del piddino Marco Pozzi: «La delibera da approvare avalla il riconoscimento della situazione di degrado, e quindi della pubblica utilità rispetto all’effettuazione di interventi urgenti. Quello che potrà essere fatto poi in quell’area è già stabilito dal PGT». Tiboni ha a sua volta affermato: «La proprietà avrà 36 mesi di tempo per presentare un eventuale piano attuativo o una richiesta di permesso di costruire. Pensiamo che l’intenzione sia quella di realizzare residenze, però non possiamo fare le veci del proponente, il quale ci dirà che cosa vorrà fare, il che ovviamente dovrà avvenire nel rispetto delle norme vigenti. Diremo la nostra nel caso volesse insediare qualcosa non previsto oggi dal PGT». La delibera è stata approvata con il solo voto della maggioranza. La minoranza di centrodestra non ha partecipato alla votazione. •.

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