salute

Febbre del Nilo, zanzare positive al virus anche nel Bresciano: le indicazione di Ats per cittadini e Comuni

di Redazione web
Il piano regionale di sorveglianza ha rilevato la presenza del West Nile. Cinque i casi in Lombardia, un decesso a Mantova. L'Agenzia di tutela della salute ricorda i comportamenti da adottare

Cresce l'attenzione  sulla circolazione del West Nile virus in Italia. Nei giorni scorsi i campionamenti sulle zanzare catturate nell’ambito del “Piano regionale di sorveglianza integrata e di contrasto alla diffusione del virus West Nile Disease (WND) nella sanità pubblica veterinaria” hanno rilevato la presenza di zanzare positive al virus della WND sul territorio di ATS Brescia e sono già 5 i casi umani verificatisi sul territorio regionale in questo mese di luglio (tra cui un decesso a Mantova). La prevenzione degli eventuali focolai di malattie trasmesse, con misure di contrasto a zanzare e zecche, diventa quindi fondamentale. 

Le condizioni climatiche favorevoli alle infezioni

Con le attuali condizioni climatiche favorenti, molti sono i virus che queste possono veicolare nel nostro territorio, causando infezioni che vanno da forme lievi a malattie più gravi che possono anche causare la morte, soprattutto nelle persone più fragili, come gli
anziani e coloro che soffrono di patologie croniche.

 

L'appello di Ats Brescia a  sindaci e cittadini

 

Da qui l'invito di Ats Brescia ai sindaci della provincia di  porre in atto tutti gli interventi di loro  competenza e a tenere alta l'attenzione sulle principali misure di prevenzione da adottare da parte di cittadini e amministratori di condominio a tutela della salute della comunità.

Sul sito di Ats Brescia sono presenti sia schede tecniche sulle principali Arbovirosi e informazioni utili per i cittadini che informazioni specifiche per i Comuni

A Mantova deceduto 86enne

Un 86enne è deceduto all'ospedale Carlo Poma di Mantova a causa del virus West Nile che lo aveva colpito nei giorni scorsi.   L'uomo si era rivolto al pronto soccorso dell'ospedale di Asola il 26 luglio scorso ed era stato ricoverato. Le sue condizioni sono andate via via aggravandosi tanto che era stato trasferito all'ospedale Poma di Mantova dove è deceduto nel tardo pomeriggio di venerdì scorso.

Attualmente nel Mantovano sono stati accertati altri due casi di febbre del Nilo: il primo ha riguardato un 55enne di Marcaria che è già stato dimesso dall'ospedale Poma; il secondo è quello di un ragazzo residente nel Lazio e in vista a parenti nel Cremonese: attualmente si trova ricoverato all'ospedale di Asola in provincia di Mantova. 

Il bollettino dell'Istituto superiore di sanità

Il paziente di Mantova è la seconda vittima della stagione per il virus della febbre del Nilo e  segue il primo decesso, avvenuto a fine luglio, sempre in Lombardia, a Cremona. Intanto il numero di casi di West Nile nell'uomo è cresciuto nell'ultima settimana, passando da 6 a 25, come riportato dal bollettino dell'Istituto superiore di Sanità,  aggiornato al 3 agosto e quindi prima della morte avvenuta a Mantova.

Cos'è la febbre del Nilo

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus - si legge sul sito dell'Istituto superiore di sanità,  sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

Incubazione e sintomi

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

 

Diagnosi

La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

 

Prevenzione

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Le indicazioni  pubblicate sul sito dell'Iss consigliano  di proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

  • usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
  • usando delle zanzariere alle finestre
  • svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
  • cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
  • tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Suggerimenti