Finto sequestro Sandrini, la banda avvicinò un terzo imprenditore

Alessandro Sandrini
Alessandro Sandrini
Alessandro Sandrini
Alessandro Sandrini

Fu una truffa il sequestro dell’imprenditore bresciano Alessandro Sandrini, messa in atto con la
complicità della vittima stessa da una banda di tre persone finite in
carcere oggi su richiesta della Procura di Roma.

Secondo quanto accertato da Ros e Sco, i tre proposero al bresciano di simulare un sequestro di persona in cambio di denaro ma una volta giunto in Turchia, come richiesto dalla banda, l'uomo fu «venduto» a un gruppo vicino ad Al Qaeda. Sandrini fu trasferito in Siria dove rimase dal 2016 al 2019 quando fu liberato.

La banda è accusata di sequestro di persona per scopo di terrorismo mentre a Sandrini è
contestata la simulazione di reato e truffa.

Oltre a quelli di Alessandro Sandrini e Sergio Zanotti, la banda di tre persone arrestate oggi su richiesta della Procura di Roma, aveva avvicinato un terzo imprenditore bresciano proponendogli di simulare un sequestro.

Il dato emerge dalle carte dell’indagine. I tre hanno proposto la truffa a un imprenditore della provincia di Brescia in «corso di identificazione». La banda, nel settembre del 2016, non è riuscita nell’intento in quanto l’imprenditore «il giorno fissato per partenza, il 25 settembre, all’ultimo momento non si è presentato all’imbarco dell’aeroporto di Orio al Serio di Bergamo».

Nell’indagine risultano indagate complessivamente dieci persone.

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