LA GIORNATA MONDIALE

Infortuni sul lavoro, Brescia rilancia l'appello: «Fermiamo la strage»

di Irene Panighetti
In provincia il 50% delle morti bianche della Lombardia. Sileo (Ats): «Spesso manca una vera cultura. Ma con maggiori controlli e prevenzione si può migliorare»
Un'immagine simbolo dell'emergenza infortuni mortali sul lavoro
Un'immagine simbolo dell'emergenza infortuni mortali sul lavoro
Un'immagine simbolo dell'emergenza infortuni mortali sul lavoro
Un'immagine simbolo dell'emergenza infortuni mortali sul lavoro

Nella Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che si celebra oggi Brescia non può non ricordare i tanti infortuni che si consumano ogni giorno e che, spesso, come solo pochi giorni fa a Lograto con il decesso del 46enne Matteo Cornacchia, provocano lutti e dolore.

Nella nostra provincia che si conferma maglia nera per gli infortuni e le morti di lavoro, oltre che di malattie professionali, il tema della sicurezza e del benessere sui luoghi di lavoro è costantemente al centro delle attività di sindacati, patronati, associazioni come Anmil e tante altre.

La mostra della Cisl

E’ in corso, con incontri pubblici e nelle scuole, oltre che con una mostra apposita, la campagna della Cisl Brescia: «Fermiamo la scia di sangue». Una campagna per ribadire che l’impegno deve essere quotidiano, per la formazione e per il lavoro di squadra: «Si deve insistere sulla prevenzione, sui dispositivi sempre più precisi, sull’informazione, sulla presa di coscienza anche dei lavoratori – le parole del segretario della Cisl Alberto Pluda -. Deve finalmente passare l’idea che quello sui mezzi e gli strumenti che impediscono di perdere vite umane è il vero investimento da fare».

La Cisl insiste sul rilancio dell’accordo provinciale fra le parti sulla sicurezza, ovvero quel protocollo siglato il 31 gennaio tra sindacati e 13 associazioni datoriali che, almeno sulla carta, impegna ad azioni concrete per la prevenzione. L’obiettivo del protocollo è «definire una strategia comune di sistema che contribuisca a rafforzare sul territorio la cultura della sicurezza sul lavoro, non solo quale valore etico e di responsabilità sociale, ma anche come fattore determinante per la qualità del lavoro, il benessere dei lavoratori e la competitività delle imprese».

A Brescia il 50% degli incidenti mortali lombardi

«Il 50% degli incidenti mortali della Lombardia è avvenuto in provincia di Brescia, a fronte di una popolazione che ne rappresenta l’11% - sottolinea amaramente il direttore di Ats Brescia, Claudio Sileo -: i numeri sono drammatici, anche se i numeri contano poco davanti alla morte. Abbiamo per fortuna ridotto il numero di infortuni con prognosi superiore ai 40 giorni, ma siamo comunque preoccupati. Come Ats cerchiamo di intensificare il nostro impegno, ad esempio con maggiori controlli in fasce orarie non usuali».

«Maggiori controlli speriamo possano portare ad una maggiore cultura della sicurezza- dice ancora Sileo - anche se dobbiamo rilevare che purtroppo i ritmi elevati e l’esigenza incalzante di elevare la produttività portano troppo spesso a dimenticare la prevenzione, la formazione e le regole basilari. Dobbiamo tutti impegnarci perchè così non possiamo andare avanti: noi come Ats ci siamo e daremo sempre il nostro contributo, ma tutti devono fare la loro parte».

Non bastano le sanzioni

Al lavoro di squadra chiama anche il Patronato Acli bresciano che rilancia l’appello Acli nazionale e la proposta di utilizzare in maniera strutturale le risorse esistenti: «Il sistema sanzionatorio non è sufficiente a contenere questo fenomeno – dicono dal Patronato – soprattutto se i controlli continuano ad essere così pochi. La questione è culturale: sono necessari momenti informativi e formativi che coinvolgano i lavoratori in maniera costante nel tempo, in quanto non potranno mai essere sufficienti una o poche iniziative formative previste per legge. Bisogna investire in cultura della sicurezza, a partire dalle scuole e non solo sui posti di lavoro: dopo la stagione in cui abbiamo portato internet e inglese nelle scuole, non è forse ora di portarvi la cultura della sicurezza e della prevenzione?»

Suggerimenti