IL CASO

La difesa dell’allenatrice delle ginnaste: «Vendetta contro di me»

L’avvocato Giacomo MariniIl tribunale di Brescia dove si è svolto l’interrogatorio che ha avuto come protagonista Stefania Fogliata

Drammatica. La vicenda, e conseguentemente l’udienza di garanzia in cui l’indagata è stata chiamata a dire la sua verità. Ci sono stati pianti, cedimenti emotivi, ma soprattutto risposte, spiegazioni per circa due ore e mezzo. Stefania Fogliata è arrivata in tribunale a Brescia quando ieri erano passate da poco le 12.30. L’allenatrice della palestra Nemesi di Calcinato, che per un anno è stata interdetta dall’attività professionale dal gip del tribunale di Brescia Francesca Grassani, su richiesta del pm Alessio Bernardi, ieri è stata interrogata per più di due ore.
Non è stato semplice per lei ricostruire una vicenda in cui è accusata di maltrattamenti e sono ben otto le allieve che ritengono che questi siano avvenuti. L’ordinanza interdittiva, che si basa fondamentalmente sulle loro deposizioni, è pesantissima, con accuse che vanno dai metodi alle intromissioni nella vita delle atlete, ad esempio riguardo l’alimentazione. Nell’interrogatorio Stefania Fogliata è stata assistita dal nuovo legale, l’avvocato Giacomo Marini.

Lo sfogo in lacrime: «Non allenerò mai più»

Quando è uscita dall’aula in cui è stata sentita dal gip Francesca Grassani, era distrutta, in lacrime. Nel corso dell’interrogatorio, probabilmente a causa di uno dei cedimenti emotivi, ha detto: «Non allenerò mai più». Ma a quanto si è appreso avrebbe anche risposto: «Non ho mai maltrattato le mie ragazze, voglio loro bene. Chi mi accusa lo fa per vendetta perchè non ha ottenuto i risultati voluti». Certo è che gli aspetti da chiarire nell’intera vicenda rimangono parecchi, a partire da certi sms che sarebbero stati inviati dall’allenatrice ad alcune allieve. Ma su questo punto, ha spiegato l’avvocato Marini, ci sono «aspetti da vedere». E pare di capire non solo su questi.
Nel corso dell’udienza di ieri illegale ha chiesto la revoca del provvedimento, certamente anche alla luce delle risposte fornite dalla propria assistita. Ma in serata non era ancora arrivata la risposta dal giudice. Sono evidentemente consistenti gli atti che il legale dovrà studiare per avere un quadro completo della vicenda.

Uno degli striscioni apparsi questa mattina fuori dalla palestra di Calcinato a sostegno dell'allenatrice

Tra i testimoni ci sarà anche l'ex campionessa Alina Kabaeva

Nel frattempo però inizia a prendere forma la linea difensiva che sarà seguita. Ci saranno dei testimoni e sicuramente tra questi, «la moglie di Putin», è stato annunciato ieri, dal legale, al termine dell’udienza: l’’avvocato si riferisce a Alina Kabaeva, grande campionessa di ritmica che si è allenata anche in Italia ma che a dire il vero non è sposata con il presidente russo. Inoltre il legale intende avvalersi di un pool di esperti, che vanno da un criminologo a sportivi. Ma, una cosa è certa secondo il legale: «Ho colto un grande spirito di collaborazione da parte del giudice».
Ora quindi il primo passaggio è stato rappresentato dalla richiesta di revoca del provvedimento di interdizione. Poi, si vedrà. L’avvocato Marini è «convinto dell’innocenza della propria assistita, la giustizia prima o poi arriverà». E ha spiegato che porterà come testimoni «tutti genitori e i ragazzi in audizione protetta, che sono la maggioranza, che vogliono l’istruttrice e non hanno nulla da eccepire, anzi al contrario, come avete letto negli striscioni».
Nel frattempo è stata fissata per il 1°febbraio l’udienza federale in merito alla sospensione dell’allenatrice. Le prossime ore in ogni saranno di particolare rilevanza per sapere cosa deciderà la magistratura in merito a Stefania Fogliata. Ma sul fatto che si tratti di una vicenda molto complessa si coglie anche solo dal fatto che in sede difensiva s’inizia già a parlare di testimoni. Queste però, per la difesa sono ancora le ore dello studio degli atti. 

 

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