«La gestione dei cinghiali è una scelta politica»

«Il Collegio rileva che l’attuale disciplina della caccia e i piani di contenimento riguardanti il cinghiale dipenda in definitiva da scelte politiche, più o meno condivisibili, ma non sindacabili in sede penale, anche laddove nel bilanciamento degli interessi in gioco si fosse tenuta in maggior considerazione la sensibilità delle popolazioni autoctone rispetto alle esigenze di natura biologica». Questo uno dei passaggi delle motivazioni (una ventina di pagine depositate nelle scorse ore) della sentenza che ha assolto alcuni funzionari e amministratori della Provincia di Brescia, tra cui l’ex presidente Pierluigi Mottinelli, l’ex comandante della Polizia Provinciale Carlo Caromani e altre sei persone:Giulio Del Monte, Alberto Cigliano, Gianluca Cominini, Dario Saleri, Raffaele Gareri e Oscar Lombardi nell’ambito della gestione dei cinghiali. Erano accusati di avere violato la normativa nazionale sulla gestione dei ungulati. Era stata la stessa pubblica accusa, al termine della propria requisitoria, a chiedere che il tribunale di Brescia (il processo si è svolto davanti alla prima sezione penale in composizione collegiale presieduta dal giudice Roberto Spanò) mandasse assolti tutti e otto gli imputati.•.

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