«La tecnologia è utile ma da sola non basta»

di C.R.
Roberto Merli (Vittime della strada)
Roberto Merli (Vittime della strada)
Roberto Merli (Vittime della strada)
Roberto Merli (Vittime della strada)

Anche Brescia guarda alle nuove frontiere della tecnologia al servizio della sicurezza stradale. Non potrebbe essere diversamente in una provincia che dall'inizio dell'anno ha registrato 59 vittime dell'asfalto. E alla luce dell'escalation di tragedie costate la vita soprattutto ai pedoni, le strisce pedonali in 3D «potrebbero essere un’idea intelligente - ammette Roberto Merli, presidente dell’associazione Familiari vittime della strada -, ma il rischio è che, una volta fatta l’abitudine, nessuno rallenterà più. In realtà bisognerebbe puntare sulla prevenzione e su controlli più severi delle forze dell’ordine, sia sulla strada che nei locali pubblici. Ci sono molti esercizi che non rispettano le regole sulla vendita di alcol ai minori. Tanta gente muore per incidenti provocati da eccesso di alcol o di stupefacenti. I dati sono eloquenti: in una sola notte sono state ritirate 44 patenti tra Garda e Sebino». Secondo Merli «si possono mettere le strisce tridimensionali, i semafori intelligenti, ma se la gente non ha rispetto per le persone non cambierà mai niente. A Milano alcuni agenti in borghese girano in moto e fermano chi usa il cellulare in auto. Questa è una buona idea, ma bisogna lavorare ancora tanto». «BEN VENGA ogni strumento che può salvare una vita sulle strade, ma se a monte dell'incidente c'è un comportamento imprudente e irresponsabile, non c'è tecnologia che tenga. Se sei alla guida ubriaco, sotto effetto di droga o stai chattando sul cellulare, ti puoi trovare davanti anche l'ologramma di un elefante senza fare una piega». Maria Carla Pegoiani non nasconde un pizzico di scetticismo sulle strisce pedonali tridimensionali. Da 9 anni si occupa di promuovere la cultura della prudenza nei giovani attraverso l'associazione «Lorenzo sempre con noi», fondata per trasformare in energia positiva il dolore per la tragedia che l’ha colpita. Nel 2009 suo figlio Lorenzo venne travolto e ucciso sulla strada principale di Alfianello. I test evidenziarono che l’investitore era ubriaco, con una quantità di alcol di 4 volte superiore al consentito. Le indagini appurarono anche che aveva da poco riottenuto la patente dopo tre sospensioni per eccesso di velocità e una per guida in stato di ebbrezza. «L'assurdo è che chi ha ucciso mio figlio è già tornato al volante di un’auto - osserva Maria Carla -. La patente gli è stata revocata, ma dopo tre anni ha potuto ottenerne una nuova». «Più che alle strisce in 3D punterei su quelle a led, sperimentate in Spagna e ora anche in qualche città italiana. Ma forse bisognerebbe intervenire sull’esistente: attraversamenti pedonali marcati e ben segnalati, per esempio, e uno studio che calcoli la posizione giusta, non quattro righe disegnate a caso. Sono stati fatti tanti progetti per rendere le strade più sicure, chissà perché arrivano tutti dall’estero. In Italia siamo indietro anni luce».

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