Dati drammatici

Morti sul lavoro nel 2022, Brescia è da zona rossa. Tra le peggiori province d'Italia

di Redazione web
Lo dice il rapporto dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering. In provincia 26 infortuni mortali sul luogo di lavoro da gennaio a ottobre 2022

La provincia di Brescia è da zona rossa in tema di incidenza di infortuni mortali sugli occupati. L'elaborazione dell'Osservatorio Vega dei dati Inail conta 26  infortuni sul posto di lavoro a Brescia e provincia nei primi dieci mesi del 2022. Un'incidenza drammatica: con 48 casi ogni milione di occupati è tra le peggiori d'Italia, al 21° posto, mentre Regione Lombardia si colloca in zona gialla. 

La mappa del rischio

In termini regionali, a finire in zona rossa alla fine dei primi dieci mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 29,2 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Umbria, Calabria e Basilicata.

In zona arancione: Puglia, Campania, Sicilia, Marche, Toscana, Molise, Veneto e Piemonte. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Sardegna. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Liguria e Friuli-Venezia Giulia.

Lombardia per incidenza in zona gialla 

Regione Lombardia, con 107 casi nel periodo preso in considerazione e un'incidenza pari a 24,7 morti ogni milione di lavoratori, si colloca in zona gialla, al 17° posto della classifica italiana.

Se l'incidenza è al di sotto della media nazionale, in  termini assoluti la Regione, che ha la più alta popolazione lavorativa in Italia, rimane in cima alla graduatoria per numero di vittime (107). Brescia paga un caro prezzo, in termini di vite: 26 morti tra gennaio e ottobre 2022 su 541.644 occupati (dati Istat 2021). In Lombardia va peggio Cremona: 8 vittime su 143.314 lavoratori, un'incidenza pari a 55,8  al 13° posto nazionale con un'incidenza di 55,8 vittime.

Tornando ai numeri assoluti, a seguire la Lombardia, in cima alla graduatoria, troviamo: Veneto (62), Lazio e Campania (58), Piemonte (52), Emilia Romagna (49), Toscana (47), Puglia (44), Sicilia (43), Trentino-Alto Adige (28), Calabria e Marche (20), Umbria (14), Sardegna, Abruzzo e Liguria (13), Basilicata (7), Valle D’Aosta (6), Molise (3) e Friuli-Venezia Giulia (2).

In Italia 90 decessi al mese

"Sono 909 i lavoratori che da gennaio a ottobre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di 90 vittime al mese, erano 88 fino a settembre 2022. Una media tragica che, oltre ad aumentare rispetto al mese precedente, sottende oltre 21 decessi alla settimana e circa tre infortuni mortali al giorno", commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

"Sono 659 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 250 in itinere (cresciuti del 24% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working). Nel periodo gennaio-ottobre 2021 invece i decessi totali erano 1017 e - quindi come nei mesi scorsi - stiamo osservando un apparente decremento della mortalità (-10,6%)".

"Ma, ancora una volta - evidenzia Rossato -  non possiamo fare a meno di sottolineare e ricordare come quest’anno siano quasi sparite le vittime Covid (10 su 909 secondo gli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022) che, invece, lo scorso anno costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017).

Dati in crescita

Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine ottobre 2021 agli 899 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni.

Dopo l’emergenza Covid, rimane quindi ancora ineluttabile purtroppo quella dell’insicurezza sul lavoro. Quella per cui non esistono vaccini, ma solo la prevenzione attraverso la formazione e l’aggiornamento di tutte le figure coinvolte nell’organizzazione aziendale: dal datore di lavoro ai dirigenti, fino ai preposti e ovviamente ai lavoratori”.

 

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