l'addio

Morto di stenti al parco Tarello: nell’ultimo viaggio, Isaac non è stato lasciato solo

di Irene Panighetti
Venerdì sono stati celebrati i funerali del 54enne di origine ghanese che il 28 gennaio è stato ritrovato senza vita a Brescia
Il feretro del 54enne ghanese nella chiesa di Castenedolo
Il feretro del 54enne ghanese nella chiesa di Castenedolo
Il feretro del 54enne ghanese nella chiesa di Castenedolo
Il feretro del 54enne ghanese nella chiesa di Castenedolo

Non era solo nel suo ultimo viaggio Isaac Oppong, 54enne di origine ghanese che il 28 gennaio è stato trovato morto di stenti al parco Tarello di Brescia. Al suo funerale ieri mattina infatti c'era la sua rete parentale, tra cui il fratello e un nipote, e amicale, con il gruppo bresciano dei City Angels e attivisti di Diritti per tutti. Proprio una attivista di Diritti per tutti ha fatto da interprete per fratello e nipote: «Isaac in Africa ha una moglie e due figli - hanno dichiarato -; era arrivato tanti anni fa e aveva iniziato a lavorare in fabbrica a Castenedolo ma poi i suoi problemi con l'alcol lo hanno portato al declino». Un declino sfociato nella morte; una morte che, seppur non imputabile a negligenze del sistema di accoglienza, risulta come un'ingiustizia sociale che riguarda tutti, come è stato detto anche ieri mattina in chiesa, durante la funzione di rito cattolico svolta nella parrocchiale di Castenedolo, la cui amministrazione ha voluto farsi carico delle spese di sepoltura, avvenuta al cimitero del paese.

Il giaciglio al parco dov'è morto il clochard bresciano (foto OnlyCrew)
Il giaciglio al parco dov'è morto il clochard bresciano (foto OnlyCrew)

La salma è partita alle 8.30 dall'obitorio di Brescia, dove per qualche giorno è stato possibile fare visita, anche se la stanza numero 5 che ospitava la bara era una stanza ancor più triste delle, pur affatto allegre, altre. Nessun fiore, nessun registro per lasciare un messaggio o un segno di presenza che magari qualcuno avrebbe voluto dare, come ultima, ancorchè vana, testimonianza di vicinanza a Oppong.

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Diverso lo scenario alla funzione, grazie alle persone che ieri mattina si sono strette ai parenti e agli amici; tra questi come detto anche i City Angels, che sulla pagina Facebook della sezione bresciana hanno ricordato quello che per loro era un amico. Nelle loro parole ricorre il termine indifferenza, poichè «molto del brutto che accade quotidianamente nel nostro mondo, accade per questo - si legge nel post -. Forse è una comprensibile forma di autodifesa, un modo per esorcizzare la paura. Isacc è morto a causa dell'indifferenza di tutti noi. Se solo ci lasciassimo ferire dalle ingiustizie del mondo, se solo smettessimo di essere insensibili alle sofferenze altrui, il mondo diventerebbe un posto migliore. Il volontariato di strada è particolare, è il volontario dell'incontro, della condivisione delle fragilità e dei bisogni umani, dell'ascolto di chi ha perso qualcosa, qualcuno, si è perso. Buon viaggio AMICO che la terra ti sia lieve». •.

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