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«Nuovo» bocciodromo Tebaldo: bertagnì, bianco e grandi sfide

di Elia Zupelli
L'idea è venuta a una combriccola di arzilli e gaudenti pensionati, che hanno trasformato la piazza in un campo da «Pétanque»
In piazza Tebaldo Brusato l’improvvisato campo di bocce con un gruppo di pensionati che si dà appuntamento al mattino per coltivare la propria passione e divertirsi in compagniaTra accosti e bocciate, in città è viva la passione per il gioco
In piazza Tebaldo Brusato l’improvvisato campo di bocce con un gruppo di pensionati che si dà appuntamento al mattino per coltivare la propria passione e divertirsi in compagniaTra accosti e bocciate, in città è viva la passione per il gioco
In piazza Tebaldo Brusato l’improvvisato campo di bocce con un gruppo di pensionati che si dà appuntamento al mattino per coltivare la propria passione e divertirsi in compagniaTra accosti e bocciate, in città è viva la passione per il gioco
In piazza Tebaldo Brusato l’improvvisato campo di bocce con un gruppo di pensionati che si dà appuntamento al mattino per coltivare la propria passione e divertirsi in compagniaTra accosti e bocciate, in città è viva la passione per il gioco

I nuovi riti tribali del venerdì mattina si consumano en plen air e si basano sulla formula magica delle tre «b»: bocce, bianco e bertagnì. L'idea è venuta a una combriccola di arzilli e gaudenti pensionati, che hanno trasformato piazza Tebaldo Brusato in un campo da «Pétanque» - come lo chiamano in gergo tecnico, alla francese -, con lunghezza di gioco minore e regole più elastiche rispetto al «tracciato» italiano. Oltre alla stessa passione, Gualtiero, Giovanni e Clemente, felicemente over-70 e leader morali della nuova bocciofila estemporanea allestita in pieno centro, hanno in comune anche il cognome: Curnis. Sono infatti cugini e lo si può notare non solo da una certa somiglianza nei tratti somatici, ma anche e soprattutto dalle movenze aggraziate con cui accarezzano le loro fide bocce di metallo, che maneggiano come sfere di cristallo, accarezzano e quindi lanciano nell'aria con gestualità quasi poetica, esibendo pose plastiche e arabesque d'altri tempi. Atletismi misurati e magnetici, da far invidia ai ventenni: «Abbiamo scelto di venire a giocare alla mattina perché alla sera ghè piè de gnari': per concentrarsi serve invece tranquillità e un certo silenzio» intonano serafici i tre specialisti. «Con il Covid purtroppo frequentare le bocciofile era diventato impossibile, così abbiamo deciso di ritrovarci all'aria aperta, in modo da non correre rischi. Il terreno di piazza Tebaldo Brusato è perfetto, la superficie ha la giusta consistenza e le bocce filano via che è un piacere». Obiettivo: posizionarle il più possibile vicino al pallino. Per questo, dietro alla mascherine d'ordinanza, Gualtiero & friends si scambiano sguardi affilati: hanno occhi da lince e una precisione da cecchini. Inseguono il brivido della «bocciata», lancio che effettuano con più vigore, per scansare il rivale messo meglio; Clemente ha invece la stoffa dell' accostatore, specialità balistica che trova la sua apoteosi nel «biberon», ovvero quando la boccia è al massimo a cinque millimetri dal pallino. Ogni partita dura circa un'ora e mezza e vibra sul filo del rasoio: in piazza naturalmente se ne sono già accorti in molti, soprattutto fra i coetanei in rilassatissima terza età, che tra una chiacchiera all'angolo, due dita di vino un pezzo di pesce fritto del mitico Caffè Nazionale, non lesinano una sbirciata curiosa alle sorti dei loro funambolici colleghi. Ai quali da qualche tempo, quasi a suffragare la sempreverde idea del ricambio generazionale, si è aggiunto anche Andrea Curnis, il nipote, mano fatata e dono del tocco, sulla trentina. Poi, verso mezzogiorno, tutti a casa a pranzo. Aspettando la rivincita di una partita che in realtà non finisce mai. «Ogni tanto veniamo anche il mercoledì, adesso abbiamo creato anche il gruppo su WhatsApp: "boccette" l'abbiam chiamato», scuciono mentre s'allontanano in bicicletta». Ci fa piacere che la gente si fermi a guardare, ma per noi è tutto normale, ci divertiamo e siamo felici così. Il segreto per un tiro perfetto...? Non ci sono segreti, bisogna solo avere solo un gran culo!». Ovviamente bluffano: provare per credere, magari già la settimana prossima..

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