le indagini

Patenti facili, il titolare dell'autoscuola arrestato: "I soldi trovati sono frutto del mio duro lavoro"

di Redazione web
Il procuratore capo di Brescia: "Ci sono circa duemila patenti sospette che analizzeremo. Molti patentati non sanno nemmeno parlare italiano"
Scoperta centrale per ottenere patenti facili

Jonathan Locatelli, titolare dell'autoscuola e secondo gli inquirenti al vertice della "banda", davanti al Gip per l'interrogatorio di convalida di questa mattina, 2 maggio, si è limitato a dire: "Non so cosa facessero alle mie spalle". Agli inquirenti invece aveva detto: "I soldi trovati sono frutto del mio duro lavoro".

Cosa è accaduto il 2 maggio 2024

Gli agenti della Polizia Stradale di Brescia, della Polizia Provinciale e i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone accusate di associazione per delinquere finalizzata a far ottenere in modo irregolare patenti di guida di tipo B e carte di qualificazione del conducente (C.Q.C.) per la guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi.

L'indagine, nel corso della quale la Guardia di Finanza ha effettuato accertamenti a carico del titolare di quattro autoscuole con il sequestro di oltre 1 milione di euro, ha permesso di contestare a carico dell'uomo e dei suoi fiancheggiatori i reati di associazione a delinquere, corruzione, istigazione alla corruzione e numerosi falsi in atto pubblico.

Suggeritore da remoto

È stato anche contestato il reato speciale di sostenimento degli esami di guida tramite sistemi di suggerimento, oltre ad ipotesi di estorsioni sui candidati. L'operazione ha individuato tra i primi casi in Italia, un "telefonista", suggeritore da remoto per gli esami. Gli indagati risultano più di 60. Vi sono anche approfondimenti investigativi su oltre 2.000 patenti (tipo A-B-C-C.Q.C.) conseguite nel territorio bresciano da persone di tutt'Italia.

Sono in corso perquisizioni, condotte anche con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata con l'impiego di moderne strumentazioni tecnologiche e di due unità cinofile "cash dog" della Guardia di Finanza per la ricerca di soldi contanti.  

La banda

Al vertice della «banda», secondo gli inquirenti, ci sarebbe Jonathan Locatelli, 47enne titolare di quattro scuole guida (tre nel Bresciano e una in provincia di Cremona) una delle quali, a Verolanuova, la scorsa estate finita sotto sequestro. Per lui si sono aperte le porte del carcere. Al centro del lavoro della procura di Brescia, ci sarebbe infatti la sua attività di Verolanuova.

Locatelli dietro il pagamento della tariffa concordata avrebbe «in qualità di pubblico ufficiale» facilitato il percorso per il rilascio della Carta di qualificazione del conducente e delle abilitazioni di istruttori e insegnanti di guida «falsificando le firme di presenza, certificando falsamente lo svolgimento delle lezioni da parte di docenti (alcuni legati a Locatelli da vincoli sentimentali e parentali, altri che hanno negato di avere mai tenuto lezioni) e rilasciando indebitamente l’attestazione di superamento dei corsi».

Da analizzare duemila patenti

"È una vicenda che va ad impattare sulla sicurezza nei trasporti. È stato scoperto un sistema che le motorizzazioni civili non riescono a prevenire nonostante siano emerse modalità note". Lo ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete in merito all'inchiesta che ha portato a quattro misure cautelari per esami facili per le patenti per i camion. "Le quattro scuole guida collegate allo stesso titolare ora in carcere, erano il collettore di aspiranti camionisti da tutta Italia che venivano nel Bresciano per sostenere le prove" ha spiegato il procuratore capo di Brescia. "Ci sono circa 2mila patenti sospette che analizzeremo. Molti patentati non sanno nemmeno parlare italiano".

Chi sosteneva l'esame indossava microcamere collegate con l'esterno e via auricolare venivano inviate le risposte da un suggeritore residente a Napoli e da questa mattina agli arresti domiciliari. "Era previsto un tariffario fisso: si andava dai 2mila ai 5mila euro" ha specificato il pm Marzia Aliatis. 

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