la protesta

Proclamato lo sciopero della Grande distribuzione: a Brescia flash mob davanti Esselunga

di Redazione web
Protesta prima di Pasqua contro il mancato rinnovo del Contratto nazionale del lavoro della Moderna distribuzione organizzativa, scaduto il 31 dicembre del 2019

Protesta prima di Pasqua: i lavoratori e le lavoratrici del settore della grande distribuzione incroceranno le braccia, domani 30 marzo, per l'intera giornata o intero turno di lavoro in tutta Italia. Lo sciopero, indetto dalle principali categorie sindacali, è un atto di protesta contro il mancato rinnovo del Contratto nazionale del lavoro (Ccnl) della Moderna distribuzione organizzativa, scaduto il 31 dicembre del 2019.

Nel Bresciano in concomitanza con l’iniziativa di astensione dal lavoro, si terrà un presidio (flash mob) davanti all'Esselunga di Brescia, in via Milano, dalle 10 alle 11,30. "Le lavoratrici e i lavoratori della Distribuzione moderna organizzata - sottolineano le categorie sindacali di Filcams Cgil con il segretario Luca di Natale, Fisascat Cisl con Paolo Tempini, e Uiltucs Roberto Politano - meritano il rinnovo del contratto nazionale, per recuperare potere d’acquisto e vedersi riconosciute condizioni di lavoro sostenibili, all’insegna del pieno e sostanziale riconoscimento di tutele e diritti fondamentali.

I sindacati e le motivazioni dello sciopero nazionale 

"Dopo una lunga e snervante trattativa nei giorni scorsi - dichiarano in una nota le categorie sindacali di  Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs - si è giunti alla inevitabile rottura delle trattive per il rinnovo del contratto nazionale della Moderna distribuzione organizzativa, scaduto ormai dal lontano 31 dicembre 2019. A distanza di quasi 51 mesi dalla scadenza del primo (e ultimo) contratto della Dmo, Federdistribuzione getta (nuovamente) la maschera, lasciando privi del rinnovo le lavoratrici e i lavoratori di un intero settore – quello della grande distribuzione – già pesantemente colpiti, in questi anni, dalla perdita di potere d’acquisto dei salari, per effetto della dinamica inflazionistica, e alle prese con la crescente insostenibilità delle condizioni di lavoro, a fronte di una flessibilità ormai incontrollata e per effetto delle dinamiche di mercato legate alla liberalizzazione selvaggia del settore avviata con la riforma Monti del 2011".

L'accusa a Federdistribuzione

"Tutto ciò accade mentre si è giunti, invece, alla positiva chiusura di due importanti intese per lo stesso settore, quelle sottoscritte il 22 marzo 2024 con Confcommercio e Confesercenti. Malgrado tutti i sacrifici ai quali sono stati sottoposti i lavoratori del settore in questi anni, in particolare nella drammatica fase della pandemia - aggiungono i sindacati - ad oggi non si è giunti al rinnovo del contratto nazionale per l’irresponsabilità di Federdistribuzione, che nel corso della trattativa ha avanzato una serie di richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute nel Contratto Nazionale, frutto di conquiste e di lotte nel corso di diversi decenni.

In particolare la pretesa di ulteriore flessibilità e di un utilizzo generalizzato dei contratti a termine, il tutto accompagnato dallo smembramento dell’attuale sistema di classificazione, nell’ottica dell’azzeramento di ogni dignità professionale. Siamo di fronte, dunque - proseguono -, alla chiara pretesa da parte di Federidistribuzione di introdurre modifiche normative in pejus dell’attuale CCNL, volte a mortificarne il rinnovo in una logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale, in cambio di un peggioramento delle tutele contrattuali finalizzate alla precarizzazione del lavoro, attraverso un sistema derogatorio della legge, ed allo svilimento delle professionalità dei lavoratori, attraverso un abbassamento dei livelli di inquadramento. 

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