Le reazioni

Ritorno all'antico delle Province: tutti d'accordo con Calderoli

A Brescia centrodestra e centrosinistra approvano le parole del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie rilasciate a Bresciaoggi: "Il momento giusto per superare la Delrio"
Roberto Calderoli, fresco di nomina a ministro per gli Affari regionali e le Autonomie
Roberto Calderoli, fresco di nomina a ministro per gli Affari regionali e le Autonomie
Roberto Calderoli, fresco di nomina a ministro per gli Affari regionali e le Autonomie
Roberto Calderoli, fresco di nomina a ministro per gli Affari regionali e le Autonomie

Dopo otto anni, la riforma Delrio sugli enti locali potrebbe essere superata. Le dichiarazioni che il nuovo ministro Roberto Calderoli ha rilasciato a Bresciaoggi lasciano intendere che presto qualcosa si muoverà in questa direzione. Il ministro per gli Affari regionali e delle autonomie è intenzionato a ripristinare l’elezione diretta del presidente, del consiglio provinciale e assegnare nuove competenze.

Elezione come una volta: idea che piace

E così dopo anni in cui gli amministratori locali di ogni collocazione politica richiedevano il superamento di quella legge, sembra essere arriva la legislatura fatidica per il ritorno alla normalità.

Parla il presidente uscente

Così Il presidente provinciale uscente, Samuele Alghisi, pur essendo lontano dalla Lega di Calderoli, condivide la necessità di riconfigurare l’ente. «Con Unione province italiane abbiamo condiviso un documento per apportare alcuni correttivi a questo ente - analizza il numero uno di Palazzo Broletto ed esponente del Partito Democratico oltre che sindaco di Manerbio -. Oltre all’elezione diretta del presidente e del consiglio provinciale, vi sono alcuni interventi imprescindibili come per esempio il ripristino delle competenze e ancor più importante il tema della fiscalità che consenta un’attività programmatoria seria e che non dipenda soltanto dai bandi».

Prossimità ai cittadini da ritrovare

Anche la prossimità tra cittadini e potere decisionale è un aspetto fondamentale per una verifica sull’efficacia dei provvedimenti. «Non è importante chi proponga queste riforme, sono auspicabilissime e fondamentali per il funzionamento delle province. Ora sono azzoppate - sostiene Giacomo Zobbio, consigliere provinciale e presidente del consiglio comunale a Lumezzane, esponente leghista -. Purtroppo per molti anni i disegni di legge sono rimasti chiusi in un cassetto vale per le province così come per l’autonomia. Dopo aver introdotto gli interventi necessari per risollevare l’economia da questo momento delicato, il secondo correttivo dev’essere quello sulle province e sull’autonomia. Anche se i cittadini apparentemente non percepiscono l’importanza, avere delle istituzioni efficienti porta un miglioramento dei servizi per la collettività».

Ma la riforma non può essere frenetica

Tutti gli amministratori locali vivono con trepidante attesa la conclusione dell’iter di approvazione ma prevale la saggezza e c’è chi auspica che non sia la frenesia a guidare la stesura della riforma. «Il punto di partenza espresso dal ministro Calderoli è certamente condivisibile. Tuttavia bisogna entrare nel merito dell’impostazione che si intende apportare - commenta Gianpaolo Natali, consigliere provinciale e consigliere in Loggia di Fratelli d’Italia -. In seguito al taglio dei parlamentari si è intrapreso un cammino di deistituzionalizzazione e di contrazione della rappresentatività. Noi dobbiamo porre un argine a questa deriva.

Che cosa ne dicono i sindaci

Dunque serve una riforma in tempi rapidi e realizzata con la giusta misura». Anche tra i sindaci c’è vivo interesse affinché si ritorni all’antica efficienza del Broletto con investimenti in prospettiva: «La Delrio è stata una riforma incompiuta. Dunque è necessaria una riflessione approfondita in merito a quale impalcatura istituzionale sia la migliore - dichiara Cristina Tedaldi, sindaco di Leno e presidente dell’associazione comuni bresciani, del Pd -. È evidente che le province grandi come la nostra siano state penalizzate, adesso è necessario che tornino a dare risposte ai nostri cittadini».

Rivoluzione gradita

Da sinistra a destra la riforma Delrio ha pochi estimatori, un argomento spesso taciuto è il deficit di democrazia visto che i cittadini non eleggono direttamente i propri rappresentanti a palazzo Broletto: «Sono stato contrario fin dal principio alla riforma Delrio. Serve maggior democrazia, efficienza e soprattutto capacità di spesa. In una regione come la Lombardia con 10 milioni di abitanti è fondamentale avere degli enti intermedi tra i comuni e il Pirellone - commenta Marco Togni, sindaco di Montichiari, Lega -. Pensiamo al tema ambientale e a come questo sia delicato per il nostro territorio. Servono scelte strategiche».

Impensabile andare sempre a Milano

Infatti è impensabile che un sindaco di un piccolo comune si rechi a Milano ogniqualvolta abbia bisogno di risolvere una questione: «Finalmente una proposta rispetto alla controriforma Delrio. Speravo che dopo tutto questo tempo si fosse già arrivati a una ridefinizione migliore ma tant’è - spiega Tiziano Belotti, sindaco leghista di Rovato -. La provincia prima era lenta ma funzionava bene. Io ho la responsabilità di amministrare un comune di dimensioni medio-grandi e faccio fatica ad andare a Milano a risolvere i problemi. Se ho difficoltà io, figuriamoci quelli dei paesini delle valli bresciane. È il momento adatto per intervenire».

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