Viaggio nella città/17

San Polo Parco, tanto verde e una «filiera» per tutta la comunità

di Giulio Rezzola
In primo piano scuola, ciclabili, rigenerazione urbana: negli anni una trasformazione e uno sviluppo molto significativi
Il centro sportivo Il campo che ha ospitato gli allenamenti di hockey e baseball
Il centro sportivo Il campo che ha ospitato gli allenamenti di hockey e baseball
Il centro sportivo Il campo che ha ospitato gli allenamenti di hockey e baseball
Il centro sportivo Il campo che ha ospitato gli allenamenti di hockey e baseball

San Polo Parco nasce negli anni Settanta dalla volontà dell’amministrazione comunale di adottare un piano di urbanizzazione di edilizia economico-popolare per creare nuovi spazi abitativi offrendo tra l’altro tanto verde, una «filiera» scolastica che allora giungeva fino alla media (adesso comprende anche il Leonardo), percorsi protetti per i pedoni con i caratteristici passaggi «a ponte» sulle vie principali. Oggi, in questa realtà multietnica di quasi 5.700 abitanti, vive quell’impronta praticamente invariata ma il lavoro di ammodernamento, soprattutto nell’ultimo lustro, la sta trasformando.

«È importante che il Cdq percepisca e accolga le necessità dei cittadini – dice il presidente Maurizio Frassi – e sognare insieme fa realizzare i progetti». Vediamone, quindi, alcuni di questi «sogni e bisogni» affrontati nei cinque anni di mandato: «La nostra principale missione è stata quella di creare senso di comunità – sottolinea Frassi -. Una collettività, tutta, solidale e inclusiva con un occhio di riguardo verso la scuola perché riteniamo che questa istituzione sia fabbrica del futuro e il coinvolgimento del quartiere è fondamentale».

Ciclabili e riqualificazione

La riqualificazione urbana è stato un elemento importante del lavoro svolto dai consiglieri. Tra tutti, grazie anche a consistenti finanziamenti privati, la tinteggiatura dell’intero polivalente con l’aggiunta di due murales, uno dedicato all’ambiente, l’altro alla street-art di giovani artisti bresciani. Poi l’estensione della pista ciclabile da via Tiziano fino alla stazione metro della Poliambulanza, un intervento che ora permette di girare pressoché tutto il quartiere in bicicletta. Per i giovani va segnalata l’ideazione di «Esport’Amo», iniziativa di avviamento allo sport che ha coinvolto anche altri quartieri e la storica presenza dei campi di rugby in via della Maggia e di hockey su prato in via Giotto, oltre al rinnovato centro sportivo di via Michelangelo.

«Questi impianti fin dal 2018 ci hanno dato l’eccezionale opportunità di usare quegli spazi per fare un grande progetto di “open-day” per far provare a ragazzi e ragazze fino a 30 sport in una kermesse di due giorni, di cui una interamente dedicata agli istituti scolastici», sottolinea Frassi. Per il presidente una comunità cresce facendo memoria di sé e promuovendo cultura. Nel primo caso un parco è stato intitolato ad una maestra della scuola primaria caduta sotto i colpi di una furiosa gelosia. Nel secondo promuovendo il progetto «Es(t)ploratori di Cu(ltu)ra» ma soprattutto inaugurando il museo dedicato a Martino Dolci, caratteristica espressione della pittura bresciana del Novecento.

L'area verde Cascina Maggia ha grandi potenzialità
L'area verde Cascina Maggia ha grandi potenzialità

 Il recupero di Cascina Maggia?  «Trasformiamola in un parco agro-sociale»  

 

Nel quartiere c’è un gioiello naturalistico, da cui peraltro deriva parte del suo nome, ed è il parco agricolo che si espande tutt’attorno alla Cascina Maggia. Un terreno di circa 10 ettari, al momento parzialmente coltivato, che l’attuale Consiglio ha cercato in tutti i modi di valorizzare, «lavorando sulla Loggia – come predilige dire Frassi – perché divenga un parco agro-sociale». Una vera e propria azienda agricola, cioè, dove «coltivare il benessere, seminare prodotti di pregio rigorosamente bio, costruire una filiera completa dalla semina, appunto, fino alla vendita di prodotti a km 0», sottolinea il presidente. Il problema, da qualche tempo a questa parte, è però che la cascina è chiusa, fatta eccezione per l’accesso delle bancarelle del mercatino biologico che occupano, in sicurezza, parte del porticato. «Riqualificare quest’area mi auguro che continui ad essere tra gli obiettivi prioritari del prossimo Consiglio di quartiere, che ci siano agricoltori o cooperative di settore che sposino un progetto di rilancio dell’attività agricola», aggiunge Frassi. Perchè la grande fortuna di questo spazio verde è la sua tutela verso ogni tipo di urbanizzazione, diciamo di lottizzazione.

Il complesso della cascina, invece, composto da un edificio padronale di oltre 1.300 mq sviluppato su due piani e da edifici rustici per altri 3.900 mq, è stato con fortune alterne ristorante, luogo per eventi, bed and breakfast ed ora è sfitto e nelle mani del Comune che intende alienarlo oppure proporlo in gestione. Anche la vecchia chiesetta di pertinenza della cascina, davanti al campo da rugby (e che spesso veniva usata per il terzo tempo), necessita di interventi profondi di ristrutturazione.

Nel quartiere c’è però anche un’altra cascina che ha vissuto un percorso notevolmente diverso. Si tratta della Riscatto, in via Tiziano, ora sede dell’associazione «Amici della Cascina Riscatto», un’organizzazione di volontariato che dal 2019 (subentrando al Comune) gestisce al suo interno un centro aperto anziani per offrire momenti di svago in compagnia che vanno dai giochi da tavolo alle attività ginniche, dai balli, ai dibattiti, dalle feste, alle presentazioni di libri. Particolarmente significativa la consuetudine di dedicare un giorno della settimana ad accogliere le persone disabili della coop Tonini-Boninsegna per trascorrere momenti profondamente inclusivi in un ambiente con ampi spazi esterni ricchi di piante e aiuole di fiori curatissime e circondati da campi..

 

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