Tariffe dell’acqua, a Brescia le più care della Lombardia

di Cinzia Reboni

La bolletta dell'acqua più cara di tutta la Lombardia si paga a Brescia. L'oro blu che scende dai rubinetti costa ad una famiglia media di 3 persone 479 euro all'anno (+3,9% sul 2020), più della media nazionale, che si attesta a 460 euro, ben oltre quella regionale di 338 euro, e addirittura il triplo rispetto a Milano, dove si paga la bolletta più bassa d'Italia, con 162 euro l'anno. A stilare le quotazioni dell’acqua è il rapporto annuale sul servizio idrico integrato dell'Osservatorio di CittadinanzAttiva. Nella composizione del costo finale sono comprese le voci relative ad acquedotto, canone di fognatura e di depurazione, quota fissa e componenti di perequazione. L'indagine riporta le simulazioni rispetto ad una famiglia-tipo nelle due ipotesi di consumo: 192 metri cubi, che è quella tradizionalmente considerata dall'Osservatorio nel corso degli ultimi 15 anni, e 150 metri cubi l'anno. Oltre a far emergere le variazioni di costi intervenute tra il 2020 e il 2021 in tutti i capoluoghi di provincia italiani, il report sottolinea la possibilità di risparmio legato ad un uso più contenuto della preziosa risorsa idrica, che porterebbe benefici sia in termini economici che ambientali. Tutto ciò anche nella consapevolezza che le tariffe per l'erogazione del servizio idrico integrato saranno destinate ad aumentare ulteriormente per la realizzazione degli investimenti necessari all'ammodernamento della rete e la realizzazione delle nuove infrastrutture. A Brescia, con un uso più consapevole, una famiglia tipo verrebbe a spendere 343 euro l'anno, risparmiando quindi 136 euro. Dai dati Istat risulta che ogni italiano nel 2021 ha consumato per i soli usi domestici 166 litri di acqua al giorno. A Brescia si sale a 179 litri, ma a livello regionale è uno dei dati più bassi. Milano è la città più «assetata», e ne consuma 265 litri pro-capite al giorno. Le tariffe dell'acqua sono legate agli investimenti messi in atto per ridurre le perdite (a Brescia scese al 28,3% a fronte di una media nazionale del 36,2%) e realizzare gli interventi necessari su acquedotto, fognature, depuratore, seguendo il principio del full cost recovery, vale a dire il recupero integrale dei costi in bolletta. Alla vetustà delle reti, si aggiunge anche la questione della depurazione delle acque reflue: in questo caso, gli interventi sono necessari e urgenti, anche per uscire dalle procedure di infrazione europea. Attualmente in tutta la provincia sono ancora una quarantina gli agglomerati che rischiano le multe salate di Bruxelles per mancata o inadeguata depurazione. In Lombardia il disservizio maggiore indicato è stato quello della fatturazione errata dei consumi (66,9%), seguito dai conguagli onerosi (40,9%), dal mancato riconoscimento degli indennizzi (21,4%), dall'interruzione del servizio senza preavviso (20,1%). Il 4,5% si è lamentato per il bonus sociale. •.

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