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Tassa di soggiorno: la Loggia vara l’aumento per il 2024

di Eugenio Barboglio
Per il 2023 la stima dell’incasso è del 38% in più rispetto all’anno precedente quando era stata di 812mila euro. Da una «forbice» tra 1 e 2 euro a seconda del livello della struttura si passerà a 1,5 euro solo per ostelli e locande fino ad arrivare a 3,5 euro per gli hotel di categorie superiori, una casa o un appartamento con vocazione turistica

L’imposta di soggiorno, quella manciata di euro che viene chiesta ai turisti (fuori dal pagamento della camera) per il solo fatto di prendere alloggio in città, andrà a sostenere il progetto di riqualificazione del Teatro Romano. È su questo progetto che la Loggia punta a convogliare il gettito che dal primo luglio, data di entrata in vigore delle nuove tariffe, comincerà ad affluire alle casse comunali. Progetto che in materia culturale la sindaca Laura Castelletti considera prioritario.

Le nuove tariffe

Il gettito dell’imposta introdotta per la prima volta a Brescia nel 2019 avrà dunque, tra gli altri impieghi, il teatro al centro del parco archeologico, affidato all’archistar inglese David Chipperfild, come focus. E starà dentro il solco di quanto stabilito dal regolamento di questa imposta, di recente rivisto dall’amministrazione pubblica con una delibera di Giunta: finanziare interventi in materia di turismo e a sostegno delle strutture ricettive, di manutenzione e appunto recupero, nonché fruizione e valorizzazione dei beni culturali.

Il gettito, a partire dal prossimo semestre, ovviamente sarà significativamente più consistente di quello registrato negli scorsi anni, in virtù dell’aumento deliberato la scorsa settimana. La Loggia però non si è limitata a ritoccare le tariffe, ma le ha articolate meglio, modulandole a seconda della tipologia di struttura ricettiva.

Le diverse tariffe

Se infatti prima variavano da 2 euro a persona per ogni notte in un hotel a quattro stelle (e superiori), a 1,5 euro per i tre stelle e infine a 1 euro per quelli a una o due stelle e per tutte le altre categorie (come bed and breakfast, affittacamere etc.), ora scende molto più nel dettaglio. Gli 1,5 euro sono riferiti solo ad ostelli della gioventù e a locande, ma già un agriturismo è a 2 euro, un B&B a 2,5, una casa e appartamento vacanze o una locazione turistica a 3.50. Nella categoria alberghi, quelli a uno e due stelle chiederanno 2 euro, 2,5 i tre stelle, 3 i 4 stelle e 3.50 i 5 stelle.

Allineamento ai «cugini» e al mercato

Il ritocco della tassa in ogni caso era abbastanza scontato, visto che Brescia ha un imposta mediamente più bassa di molti altri capoluoghi (a Milano l’imposta di soggiorno varia da un minimo di due euro ad un massimo di 5 se si passa la notte in un hotel 5 stelle, e a Bergamo recentemente si è passati da 4 a 5 euro a notte per tutte e strutture, eccetto gli ostelli) e che ormai è considerata, dopo il 2023 soprattutto, una città d’arte a tutti gli effetti.

E che segnala «un rincaro dei servizi alla gestione dei beni culturali e turistici a causa del caro energia, all’inflazione e ad altri aspetti legati all’attuale contesto economico; e la volontà dell’Amministrazione di mantenere gli attuali standard ma anche di far crescere la qualità dei servizi». Nel 2022 la città aveva incassato attraverso l’imposta di soggiorno circa 812mila euro, una cifra che dovrebbe essere molto cresciuta nell’anno della Cultura: l’assessore al Turismo, Andrea Poli, di recente ha parlato di un aumento del 38%, ribattendo a dati regionali che invece avevano indicato la Leonessa sorprendentemente in calo nel 2023.

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