domenica nera sulle montagne

Tragedie a Lozio e Collio, morti due escursionisti bresciani

di Claudia Venturelli e Mila Rovatti
Maurizio Vergolio, 54enne di Bagnolo Mella, è precipitato in Valcamonica. In Valtrompia è morto Sergio Bologna, 44enne di Bovezzo
Due tragici incidenti sulle montagne bresciane
Due tragici incidenti sulle montagne bresciane
Due tragici incidenti sulle montagne bresciane
Due tragici incidenti sulle montagne bresciane

Giornata nera sule montagne bresciane con due tragiche cadute e due vite spezzate: in Valcamonica, territorio di Lozio, ha perso la vita un 54enne di Bagnolo Mella, mentre in Valtrompia, poco dopo, la stessa sorte è capitata a un architetto di Bovezzo.

Tragedia al Cimon della Bagozza

In Valcamonica escursione fatale per Maurizio Vergolio, alpinista 54enne di Bagnolo Mella che nel primo pomeriggio di domenica è precipitato mentre scendeva dal Cimon della Bagozza, versante camuno che guarda Lozio. Stava percorrendo un tratto di sentiero quando, per cause in corso di accertamento, è scivolato e precipitato compiendo un volo di 200 metri, tra neve, ghiaccio e roccia.

Un volo che non gli ha lasciato scampo: il suo corpo è stato recuperato in fondo a un canale dal tecnico di elisoccorso del soccorso alpino in servizio sull’elicottero del 118 di Brescia che si è alzato in volo dopo la chiamata al 112. È stato il medico a constatarne il decesso: fatali le ferite riportate alla testa nella caduta. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

Era partito in mattinata dai Fondi di Schilpario con un compaesano e con lui aveva compiuto la salita invernale con ramponi e piccozza fino al passo dell’Ortica, sul Cimon della Bagozza che separa la val di Scalve dalla Valcamonica, per ridiscendere proprio dal versante camuno, fino a Lozio. Una classica per gli appassionati di alpinismo invernale, ma qualcosa ieri è andato storto: erano da poco passate le 14.30 quando è arrivata la chiamata con la richiesta di soccorso al numero unico per l’emergenza. Subito attivate anche le squadre del Soccorso alpino stazione di Breno, il cui supporto poi non si è reso necessario: dall’elicottero è stato individuato il corpo, il tecnico e il medico sono stati calati a terra, quindi hanno constatato il decesso dell’uomo, poi la salma è stata recuperata con il verricello. Ad assistere alla sua caduta altri tre alpinisti, poi rimasti incrodati in parete e recuperati a da un nuovo volo dell’elisoccorso di Brescia, che dopo aver trasferito la salma di Vergolio alla camera mortuaria dell’ospedale di Esine è tornato sul posto. Spetterà al Soccorso alpino della Fuardia di Finanza di Edolo, guidata dal maresciallo Massimo Vezzoli, ricostruire la dinamica di quanto accaduto e molto faranno anche le testimonianze di chi ha assistito alla scena.

La disgrazia di Collio

Sergio Bologna è  morto dopo un volo di 200 metri sul sentiero che collega il Dosso Alto al Baremone, nel territorio di Collio Valtrompia. La tragedia si è consumata in pochi minuti ed è stata casualmente scoperta da un altro escursionista. Bologna, 44enne residente a Bovezzo, aveva raggiunto il passo che collega il Maniva con il passo Baremone insieme alla compagna e al figlio per una passeggiata. Mentre la donna e il bambino di 8 anni sono rimasti su un percorso più basso e facile, lui, che aveva le scarpe munite di ramponcini, è salito sulla variante più alta. Ma qualcosa è andato storto.

Nonostante la limpida giornata di sole, il fondo del sentiero risultava ricoperto di neve ghiacciata, che probabilmente ha causato lo scivolamento. La dinamica dell’incidente è in corso di accertamento, ma da una prima ricostruzione pare che l’uomo sia precipitato per circa 200 metri finendo su un tracciato sottostante, dove è stato casualmente individuato da un escursionista che ha allertato i soccorsi.

La macchina dei soccorsi

L’allarme è partito alle 16.15 e sul posto sono arrivati gli uomini del Soccorso alpino e i Carabinieri della Valle Trompia, l’elisoccorso partito da Bergamo e i carabinieri di Bagolino con la motoslitta, importante la collaborazione dei gestori degli impianti Maniva Ski, che hanno coadiuvato nelle operazioni. Purtroppo ogni sforzo è stato vano: Sergio Bologna era già morto. Il trambusto dei soccorsi è stato notato dalla compagna che in breve è giunta sul posto dove ha riconosciuto Sergio: un dolore improvviso da togliere il fiato, che ha lasciato sotto choc la donna e il figlio, poi accompagnati al rifugio dagli operatori degli impianti di risalita del Maniva. Il corpo del 44enne di Bovezzo è stato trasportato, con la motoslitta dei carabinieri di Bagolino, fino alla chiesetta, raggiungibile dal carro funebre.

Il magistrato non ha disposto accertamenti autoptici e la salma è stata resa alla famiglia. Fra le ipotesi dei soccorritori c’è anche quella che l’uomo sia stato colto da malore, anche se la più accreditata rimane quella che sia scivolato per le condizioni del terreno, con la presenza di ghiaccio e neve, e che sia morto sbattendo sulle rocce.

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