Vita, opere e miracoli del monsignore ribelle

Davanti allo schermo i membri dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia
Davanti allo schermo i membri dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia
Davanti allo schermo i membri dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia
Davanti allo schermo i membri dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia

La proiezione del documentario sulla storia di monsignor Santin diventa l'occasione per riportare alla luce le cicatrici della storia italiana, l'esodo giuliano dalmata e il dramma delle foibe. Nell'auditorium dell'oratorio della parrocchia di Sant'Afra viene proiettata la pellicola «Monsignor Antonio Santin - Defensor Civitatis» alla presenza dei vertici dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e di monsignor Ettore Malnati (ex segretario personale di Santin). «Monsignor Santin ha salvato la città di Trieste e il suo porto dalla distruzione che i tedeschi volevano farle subire - spiega Renzo Codarin, presidente dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia -. La nostra associazione ha l'obiettivo di portare avanti la storia e ha promosso questo docufilm per approfondire la figura importantissima di monsignor Antonio Santin». Monsignor Malnati ha conosciuto e lavorato a stretto contatto con Santin quindi condivide alcuni aneddoti che gli sono stati raccontati. «Nel 1943 non c'era un Nunzio nel territorio di Gorizia, Udine e Trieste, dunque monsignor Santin ha assolto a quel ruolo - racconta-. Quando i titini hanno preso Carlo Margotti, arcivescovo di Gorizia, l'hanno torturato e volevano inoltrarlo verso chissà dove, Santin ha difeso Margotti e ha spiegato direttamente a Pio XII la situazione delicata. L'approccio di Santin ha mandato su tutte le furie i titini che volevano eliminarlo. Nel 1947 hanno organizzato un attentato a Capo d'Istria ma la rappresaglia è stata evitata grazie alla soffiata di una partigiana». Un film per raccontare la vita di Santin e rivivere un tratto indelebile della storia italiana. «Emerge tutta l'attività di Santin, le origini, l’ apostolato e l'esperienza durante la Guerra - dichiara Donatella Schürzel, vicepresidente dell'associazione -. L'esodo giuliano dalmata è un pezzo di storia italiana. La qualità del nostro presente dipende dalla conoscenza del passato».•. L. Gof.

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