«Accoglienza e rispetto
sono i valori da coltivare»

Dolci tentazioni per i golosi  davanti all’ingresso  del   centro giovanile
Dolci tentazioni per i golosi davanti all’ingresso del centro giovanile
Dolci tentazioni per i golosi  davanti all’ingresso  del   centro giovanile
Dolci tentazioni per i golosi davanti all’ingresso del centro giovanile

Don Ivo Fiorini è stato ordinato sacerdote nel 1989. Il primo incarico pastorale lo ha svolto nella parrocchia di Parona, prima di approdare nel 1995 a Caprino Veronese. La parentesi a Pedemonte, frazione di San Pietro in Cariano, è stato il prologo della prima esperienza in terra bresciano. Don Ivo Fiorini guida la parrocchia di Manerba dall'ottobre del 2013.

LA TRADIZIONE degli oratori nella diocesi di Verona - da cui dipende il paese della Valtenesi - non è molto radicata. Tuttavia, nelle parrocchie del Vicariato del Garda di sponda bresciana, da alcuni decenni si sono svuluppate iniziative significative che stanno rivelandosi utili per la pastorale del mondo giovanile e non solo.

«A Manerba l'idea di ristrutturare degli spazi accanto alla chiesa parrocchiale per destinarli all'oratorio – spiega don Ivo Fiorini – fu del parroco don Mario Squarzoni che restò in carica dal 1964 al 1991. I suoi successori, in particolar modo don Raffaele Rizza, lavorarono per realizzare quel sogno. Attualmente disponiamo di una struttura calibrata alle proposte che offriamo durante l'anno, cominciando dal catechismo per finire con le tante iniziative aggregative e ludiche che raccolgono il consenso di molti ragazzi e giovani».

L’ORATORIO è un insieme di tanti spazi. «Disponiamo di un cortile, una sala bar e una cucina attrezzata - spiega il parroco -. Utilissimo è il salone polifunzionale che viene utilizzato per molteplici iniziative, comprese le proiezioni di film e rappresentazioni teatrali. Al piano superiore ci sono sei aule per il catechismo e un altro saloncino. Dietro questo padiglione c'è appunto un cortile che ospita le iniziative estive, come il cinema all'aperto e le recite. Inoltre, nei pressi del vecchio oratorio, c’è un campo di calcio con illuminazione che, però, abbisogna di una sistemazione».

Che tipo di religiosità ha trovato a Manerba?

«Devo dire che è diversa da quella dei veronesi - rimarca il parroco -. Sull’altra sponda del lago ho trovato un cattolicesimo più devozionale. A Manerba la comunità è formata di gente dalla religiosità più essenziale e più concreta e pragmatica. Direi più comunitaria: una religiosità che si dà da fare. Tuttavia, tutto il mondo è paese, anche qui la pratica religiosa sta registrando un notevole calo. Sui 5 mila abitanti soltanto un 10-15% frequenta regolarmente la messa della domenica. La nostra funzione, però, è di essere aperti a tutti, mantenendo buone relazioni e accostando la gente nei momenti lieti e tristi e, soprattutto, ascoltando».

In questo contesto, il centro giovanile assume un ruolo fondamentale.

«LA COMUNITÀ parrocchiale ha quattro supporti o ambiti di intervento - spiega don Ivo -: la liturgia, la catechesi, la carità e l'aspetto aggregativo-ricreativo. L'oratorio ne abbraccia sostanzialmente tre. Importante è l'aspetto della catechesi, ma anche quello della carità e del rispetto reciproco e quello più visibile dell'aggregazione ludica. Il nostro oratorio è abbastanza vivo». La catechesi ha una sua organizzazione precisa.

«I bambini e i ragazzi che frequentano il catechismo dalla seconda elementare alla terza media sono 250 - ricorda il parroco -. Non abbiamo catechisti nel senso classico del termine: sono i genitori, preparati in incontri parrocchiali e vicariali, che seguono le singole classi. C'è un bel gruppo di adolescenti e giovani, una sessantina, che collaborano e animano le iniziative dei più piccoli». G.B.M.

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