Alto Garda: orsi,
linci e la
«bufala» del lupo

di Luciano Scarpetta
Lupi in alto Garda: tracce certe di passaggi a Tremosine e in Valvestino, ma anche troppe «fake news»Orsi nei boschi dell’alto Garda: incontri sempre meno eccezionaliUna lince con radiocollare: è stata  «foto-trappolata» a Tremalzo
Lupi in alto Garda: tracce certe di passaggi a Tremosine e in Valvestino, ma anche troppe «fake news»Orsi nei boschi dell’alto Garda: incontri sempre meno eccezionaliUna lince con radiocollare: è stata «foto-trappolata» a Tremalzo
Lupi in alto Garda: tracce certe di passaggi a Tremosine e in Valvestino, ma anche troppe «fake news»Orsi nei boschi dell’alto Garda: incontri sempre meno eccezionaliUna lince con radiocollare: è stata  «foto-trappolata» a Tremalzo
Lupi in alto Garda: tracce certe di passaggi a Tremosine e in Valvestino, ma anche troppe «fake news»Orsi nei boschi dell’alto Garda: incontri sempre meno eccezionaliUna lince con radiocollare: è stata «foto-trappolata» a Tremalzo

Orso, lince e lupo, in pratica i tre grandi carnivori delle Alpi, stanno dimostrando negli ultimi anni di apprezzare sempre di più l’ecosistema del Parco dell’alto Garda bresciano. I DATI annuali raccolti nella relazione del Corpo di Polizia Provinciale sui monitoraggi delle tre specie diffusi nei giorni scorsi, certificano la presenza delle tre specie animali non più occasionale come in passato ma abituale con avvistamenti e segnalazioni sempre più frequenti. Nel corso del 2017 le segnalazioni «certe o probabili» riguardanti la presenza di orsi in Provincia sono state una decina, di queste ben 3 nel territorio del Parco, in linea con l’anno precedente e pervenute dalle zone già interessate negli anni scorsi dalla presenza del plantigrado. Nello specifico il primo avvistamento è avvenuto nel mese di luglio a Tignale in località Sernifà. Si tratta dell’esemplare maschio di 4 anni denominato M31, un orso che ha frequentato la stessa zona anche nel 2016. Dalle analisi genetiche effettuate da Ispra sui reperti raccolti è stato possibile stabilire l’areale che spazia tra le valli Giudicarie e l’alto Garda. Un altro paio di avvistamenti è stato invece registrato in seguito a settembre, rispettivamente a Gargnano sulla strada Provinciale che conduce alla diga di Valvestino (anche in questo caso certificato da video) e a bocca Cocca nel territorio del Comune di Tremosine. Ma non di soli orsi è costituita la banca dati della Polizia provinciale. Per quanto riguarda la lince invece, dopo le riprese con foto-trappola avvenute nel 2014, sono stati ritrovati in primavera i resti di un capriolo predato (inequivocabili le orme sulla neve nei pressi della carcassa) in una zona riconducibile al confine tremosinese del Parco con la Val di Ledro. Il sospettato numero uno di questo «banchetto» silvestre e proprio il grosso felino, la lince. Del lupo invece, dopo la sua apparizione nel 2014 a Tremosine nello scorso anno (non se ne vedeva traccia da 300 anni) e reperti organici raccolti nel 2016 tra Tombe a malga Bait in Valvestino, segnalazioni attendibili in Provincia sono avvenute lo scorso anno il 2 gennaio a Corteno Golgi e il 21 dicembre sempre a Tremosine in località (guarda caso) Pozza del lupo. NIENTE A CHE VEDERE con la «fake news» della scorsa settimana proveniente dall’altopiano di Cima Rest a Magasa smascherata in meno di 48 ore dagli agenti della Polizia Provinciale. In questo caso l’allarme «al lupo al lupo» di un cacciatore proprietario di un fondo tra Cima Rest e Cadria è stato sbandierato maldestramente ai quattro venti, con l’ausilio dell’immagine di una foto-trappola che ritraeva due lupi intenti a predare la carcassa di un ungulato. Peccato che l’episodio non provenisse dai boschi della Valvestino ma dai monti del bellunese. Ma perché si diffondono simili notizie, a dir poco avventate, per non dire menzognere? «Purtroppo - afferma il delegato della Lipu trentina, Sergio Merz, commentando un episodio analogo avvenuto la settimana scorsa nella Provincia limitrofa - si tende a diffondere notizie false affermando che i branchi aumentino a dismisura cercando la scusa per abbattere anche i lupi. Si tratta sempre invece di numeri limitati perché i giovani vanno sempre in dispersione alla ricerca di nuovi territori». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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