il progetto

Valvestino, l’antica dogana sommersa potrà brillare sotto i riflettori

di Luciano Scarpetta
Illuminazione per esaltare il fascino della struttura che periodicamente riemerge dal lago. Una luce speciale ne rivelerà la forma anche nei periodi in cui è sommersa a pelo d'acqua
Un’apparizione sempre magica: l’antica struttura si rivela cn il suo fascino imponente e un po’ sinistro
Un’apparizione sempre magica: l’antica struttura si rivela cn il suo fascino imponente e un po’ sinistro
Un’apparizione sempre magica: l’antica struttura si rivela cn il suo fascino imponente e un po’ sinistro
Un’apparizione sempre magica: l’antica struttura si rivela cn il suo fascino imponente e un po’ sinistro

Ogni volta che «riappare» dalle acque del lago artificiale della diga di Valvestino, in occasione dei periodici annuali svuotamenti manutentivi di Enel o di estrema siccità, la vecchia dogana austro-ungarica di Lignago è meta del pellegrinaggio pagano di chi vuole catturare immagini insolite e magiche, offrendo scatti per certi versi simili al famoso campanile del lago di Resia, che affiora dalle acque ricordando il paese sommerso nel 1950 a causa, come in questo caso, della costruzione della diga. Ma se la vecchia dogana è una vera attrazione quando appare, una celebrità ormai, perché non metterla letteralmente sotto i riflettori?

Al lavoro per un progetto di illuminazione, notturna e sommersa

Dalla prossima stagione però lo scheletro dell’ultimo baluardo della vecchia linea di confine con l’impero Austro-Ungarico si potrà ammirare in tutta la sua sinistra bellezza ad ogni giorno dell’anno. Non solo dalla piazzola dalla provinciale, posta tre di chilometri dopo aver oltrepassato il muro della diga provenendo da Gargnano, ma molto più da vicino, anche in versione notturna e in modalità sommersa.

La dogana austro-ungarica sommersa dal lago di Valvestino: riemerge solo quando si svuota l’invaso
La dogana austro-ungarica sommersa dal lago di Valvestino: riemerge solo quando si svuota l’invaso

Fasci di luce riveleranno, magicamente, le forme della struttura sotto il pelo dell’acqua: «Anche quando sarà sommersa dalle acque – assicura il sindaco di Valvestino Davide Pace -: nei prossimi mesi è in programma la realizzazione di un percorso che partendo a fianco della strada provinciale, scende lungo il versante della diga arrivando ad un belvedere che costruiremo appositamente per ammirare proprio la vecchia dogana posta sul lato opposto dell’invaso artificiale».

Obiettivo dell'iniziativa: rendere la vecchia dogana un' attrazione turistica

Progetto in collaborazione con il Comune di Gargnano che sarà finanziato da fondi dei Comuni confinanti. «Ma anche se non dovessimo accedere alle risorse – afferma scaramanticamente Pace (nei prossimi giorni dovrebbe giungere il via libera ufficiale per questo ed altri progetti in cantiere) - realizzeremo comunque quest’opera a cui stiamo lavorando da quattro anni. Proprio perché vogliamo che la vecchia dogana diventi un’attrazione turistica, posizioneremo sul lato opposto, proprio sopra i resti dell’edificio, un impianto di illuminazione che consentirà non solo di localizzare l’edificio durante le ore notturne, ma di ammirarlo anche sommerso dalle acque, quando il livello dell’invaso sarà più alto e sommergerà la struttura».

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Da edificio per il controllo delle merci a rudere

La dogana era preposta al controllo delle merci in entrata ed uscita dall’Austria-Ungheria. Queste zone furono annesse all’Italia solo nel 1916 e per tantissimi anni l’angusta valle venne percorsa solo da sentieri e mulattiere, vie lungo le quali si snodava il traffico di carbone vegetale verso la Repubblica di Venezia. In pratica il passaggio da Lignago, località talmente piccola da non essere segnata nemmeno sulle mappe, costituiva il passaggio obbligato per migliaia di viandanti. •.

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