Atto vandalico al cimitero di Desenzano: distrutti i fiori per il partigiano Malvezzi

di Flavio Marcolini
Il cesto era stato posato il 25 aprile davanti alla tomba. Fattori dell'Anpi: "Abbiamo fatto denuncia. Atto stupido e offensivo"
Il cesto di fiori prima e dopo l'atto vandalico
Il cesto di fiori prima e dopo l'atto vandalico
Il cesto di fiori prima e dopo l'atto vandalico
Il cesto di fiori prima e dopo l'atto vandalico

Un grave atto vandalico è stato scoperto al cimitero di Desenzano del Garda, dove il cesto di fiori che l’Anpi locale come tutti gli anni aveva posato lo scorso 25 aprile davanti alla tomba del partigiano Giuseppe Malvezzi è stato distrutto da ignoti. “Abbiamo subito avvisato il sindaco Malinverno - informa la presidente dell’Anpi Myriam Fattori - e abbiamo fatto la denuncia al Commissariato di Polizia”.

Chi era il partigiano Malvezzi

Nato il 5 febbraio 1912 a Desenzano, Malvezzi fu catturato, torturato e ucciso a Rezzato dai nazifascisti il 28 aprile 1945. La piazza centrale di Desenzano è dedicata a lui, alla sua giovane vita, spezzata a 33 anni insieme a quella di tanti altri partigiani a guerra ormai finita.

Fattori (Anpi): "Gesto stupido e offensivo"

“A distanza di tempo il ricordo di questo nostro concittadino morto per offrirci una vita migliore tende a perdersi per sempre nella memoria delle cose vissute” ha detto Fattori. “Ma noi vogliamo che ciò non succeda. Vogliamo che la sua vita indomita sia una testimonianza sempre attuale. Per questo motivo vogliamo ricordarlo nel Giorno della Liberazione. Non sappiamo ovviamente chi abbia commesso un gesto così stupido e offensivo . Potrebbe essere il doloroso sfogo di chi esprime la propria disperazione spregiando gli arredi funebri delle tombe vicine, oppure tale gesto potrebbe essere mosso da un’intenzionalità assurda e meschina. Non sappiamo insomma chi possa essere l'autore di questo spiacevole episodio, ma vogliamo sperare che non riguardi le idee in cui credeva Malvezzi, perché ciò renderebbe ancora più penoso il ricordo della sua morte”.

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