Depuratore del Garda, pronto il «Piano B»

di Luciano Scarpetta
Maria Stella Gelmini
Maria Stella Gelmini
Maria Stella Gelmini
Maria Stella Gelmini

Due novità sul fronte del nuovo collettore del Garda e del nuovo depuratore per la sponda bresciana, da affiancare a quello di Peschiera, che è previsto a Visano.

IL «CARICO», per ora solo teorico ma a suo modo clamoroso, lo mette sul tavolo la Comunità del Garda: se le resistenze del Comune di Visano (che non ha accolto con favore il progetto) dovessero farsi troppo forti, scatterebbe un «Piano B» per realizzare il depuratore a Lonato anzichè nel Comune della Bassa, ipotesi che tra l’altro era stata presa in considerazione sin dall’inizio. Lo dice Pierlucio Ceresa, segretario della Comunità del Garda, che ha seguito la partita dal principio.

Seconda notizia è una sorta di sfida che Maria Stella Gelmini, presidente della Comunità del Garda, lancia al governo. Dopo l’annuncio del sottosegretario Luca Lotti (il braccio destro di Matteo Renzi) sui 100 milioni di euro che il governo intende stanziare per i depuratori del Garda, Gelmini chiede un atto di concretezza: «L’impegno è stato preso ma sarebbe auspicabile fosse magari formalizzato prima dell’esito referendario del 4 dicembre prossimo».

Una richiesta che ha due motivazioni: la prima, implicita, è assicurare che quei 100 milioni non siano solo un annuncio; la seconda si riferisce all’ipotesi che l’esito del referendum abbia ripercussioni sulla stabilità del governo: a scanso di equivoci, meglio che i soldi siano stanziati prima della scadenza.

Ma è sul «Piano B», sul depuratore a Lonato e sulle resistenze di Visano, dove dovrebbe essere collocato il nuovo impianto per depurare i reflui sulla sponda bresciana, che i termini del dibattito in corso faranno discutere.

Di tutto questo si è parlato venerdì sera durante l’incontro organizzato da Maria Stella Gelmini a Castelnuovo con Ats per condividere con i sindaci veronesi, dopo un analogo incontro in terra bresciana, il progetto dell’opera e la scaletta burocratica che dovrebbe portare in alcuni anni alla cantierizzazione.

«IL PROGETTO - ricorda Pierlucio Ceresa – prevede come ipotesi iniziale nella parte lombarda, l’impianto di depurazione a Visano dove è già esistente quello dismesso: rimesso in funzione servirebbe il Garda ma anche le esigenze di circa 50mila residenti nei comuni limitrofi come Acquafredda, Carpenedolo e Calvagese. In ogni caso - aggiunge - il progetto prevede come ulteriore ipotesi un depuratore dalle parti del Comune di Lonato». Un Piano B, per ora nel cassetto.

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